Quattro ettari di campi coltivati con sementi non certificate provenienti dalla Cina e con caratteristiche genetiche sconosciute sono stati sequestrati a Prato, da uomini del Corpo forestale dello Stato e del nucleo agroalimentare, durante una operazione denomiata 'Horti cinesi'. Sono stati sequestrati anche 300 buste di semi e 20 chilogrammi di sementi importati senza autorizzazione dalla Cina. A darne notizia è il ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il sospetto è che venissero usati sementi Ogm.
Soddisfazione è stata espressa dal ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia. "Avevo annunciato che la fase 2 della tolleranza zero - ha detto - avrebbe portato ad un aumento delle attività di intelligence e controlli e a risultati importanti per continuare a tutelare la salute dei cittadini. Ieri è stata bloccata una vasta area coltivata a cielo aperto con sementi provenienti dalla Cina con caratteristiche genetiche non chiare. Per di più i campi erano irrigati con acque non controllate. Un danno non solo alla salute, ma anche all'ambiente".
"Il particolare grave è che queste sementi vengono introdotte nel nostro territorio direttamente dai cittadini cinesi in occasione dei loro viaggi in patria all'interno di bagagli personali, eludendo i controlli doganali. I nostri sforzi in questa nuova fase - ha continuato Zaia - dovranno essere sempre più rivolti a contrastare l'arrivo dall'estero di tutti i prodotti contraffatti che non hanno nulla a che vedere con il nostro ricchissimo patrimonio agroalimentare, tutelando così sia il duro lavoro dei nostri agricoltori, sia la salute degli italiani".
L'operazione 'Horti cinesi' fa seguito a un'altra operazione effettuata sempre a Prato nei mesi scorsi in tre ditte di cinesi che gestivano attività di coltivazione di ortaggi. Nelle due operazioni sono stati ispezionati circa 13 ettari di terreni coltivati a orti, sequestrate 550 buste di semi e 40 chili circa di sementi di varie specie vegetali. Le colture sottoposte a sequestro dalla Forestale - afferma il ministero - "sono causa di inquinamento genetico e biologico delle specie alimentari nostrane con il rischio per la biodiversità alimentare nazionale e alterano le regole di corretta concorrenza del mercato in quanto i prodotti sono immessi nei mercati locali".
fonte: lanuovaecologia.it
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