In Italia ha sollevato un piccolo polverone politico (che in altri tempi sarebbe stato ben maggiore) il Rapporto 2009 sull'economia del Sud, presentato a Roma il 16 luglio dallo SVIMEZ, l'istituto per lo sviluppo dell'industria nel Mezzorgiorno, associazione autorevole che produce analisi economiche dal 1946.
Negli ultimi dieci anni il Sud italiano è stato abbandonato da 700 mila persone, quasi tutte di istruzione superiore e universitaria. L'esodo, nel solo 2008, ha interessato 122 mila residenti, soprattutto da Campania, Puglia e Sicilia. Il Rapporto afferma anche che il 38 per cento dei giovani che si laurea nelle università del Sud italiano con il massimo dei voti emigra dopo la laurea anche se ha di fronte la prospettiva, comune a molti giovani, di anni di lavoro precario.
Ciò è una conferma, preoccupante, che i divari tra zone avanzate e zone svantaggiate non si stanno colmando,. bensì si stanno approfondendo, anche all'interno della stessa Unione Europea dove esiste una "questione meridionale" che va a sommarsi, aggravandoli, ai problemi derivanti dalla massiccia e poco controllata e organizzata immigrazione dal Sud del mondo attraverso il Mediterraneo.
Nello stesso giorno in cui a Roma venivano diffusi i dati dello SVIMEZ, a Matera, seconda città della Basilicata, si tenevano gli"stati generali" sugli aspetti tecnici, organizzativi e di promozione dell'agricoltura biologica nel Sud italiano. Dobbiamo dire sinceramente, con risultati deludenti: molte richieste di attenzione, di finanziamenti, molte attese circa quanto dovrebbe essere deciso altrove, poche iniziative dal basso. Eppure, intorno a questi "stati generali" c'è un Sud effervescente, che rappresenta i due terzi delle coltivazioni bio italiane, un Sud in cui nel trimestre aprile-giugno 2009 sono nate 3823 nuove aziende agricole (il doppio delle nuove aziende industriali nello stesso periodo nella stessa area), aziende condotte per lo più da giovani e anche giovanissimi imprenditori, aziende a volte guidate da donne. Ma serve ora una maggiore coscienza e una maggiore determinazione, da parte dei protagonisti delle inziative migliori soprattutto, che non devono temere di diventare trascinatori verso un sistema più forte, un sistema italiano meridionale, un sistema mediterraneo. L'orizzonte economico non solo dell'Italia meridionale ma dell'intera Europa meridionale e del Mediterraneo intero è legato all'agricoltura di qualità e allo sviluppo collegato di un'industria agro-alimentare vicina al territorio e nello stesso tempo competitiva. Gli esempi non mancano. Ma bisogna accelerare, assolutamente, con i tempi che corrono. Se il Sud italiano riuscirà ora a premere sull'acceletarore in questo settore potrà porsi al centro di una nuova grande evoluzione mediterranea capace di trattenere a casa anche i suoi giovani migliori.
fonte: greenplanet.net
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lunedì 20 luglio 2009
Lo sviluppo del Mediterraneo passa dall'agricoltura di qualità
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