mercoledì 29 luglio 2009

Legambiente: «Ecco l'Italia del cemento pericoloso»

“Quello di Agrigento non è caso isolato. C’è in Italia un lungo elenco di opere pubbliche a rischio cemento taroccato, un business sul quale la mafia ha evidentemente messo le mani”. Il vice presidente di Legambiente Sebastiano Venneri commenta così la notizia del sequestro del nuovo ospedale San Giovanni di Dio ad Agrigento perché realizzato con cemento depotenziato. “La vicenda di alcuni manufatti crollati con il sima in Abruzzo e il caso di questo ospedale – dice Venneri – sono la punta di un iceberg che nasconde uno scenario inquietante. Le mafie, che molto spesso detengono il monopolio nella produzione e distribuzione del calcestruzzo, hanno lucrato nel corso degli ultimi 30 anni fornendo alle opere pubbliche tanta sabbia e poco cemento”.

Tra le opere pubbliche al vaglio della magistratura per calcestruzzo depotenziato ci sono anche il nuovo padiglione dell’ospedale di Caltanissetta, gli aeroporti di Palermo e di Trapani, il viadotto Castelbuono e la galleria Cozzo-Minneria dell’autostrada Palermo-Messina, il lungomare di Mazara del Vallo, il porto turistico di Balestrate, l’approdo di Tremestieri di Messina e il porto Isola – Diga Foranea di Gela. E addirittura il Palazzo di Giustizia di Gela e il Commissariato di Polizia di Castelvetrano. È questo l’elenco stilato da Legambiente sulla base dei dati delle Procure.

Un vero e proprio scandalo, insomma, frutto di una condotta criminale molto più diffusa di quanto si possa immaginare. “L’ospedale San Giovanni di Dio – aggiunge Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia – è un edificio costruito negli anni delle opere pubbliche finalizzate ad alimentare il sistema tangentizio, quando a prevalere era il principio della totale irresponsabilità. L’importante era fare soldi, anche a costo di mettere a serio rischio la popolazione. Rimane adesso da verificare la solidità di tante altre opere pubbliche segnalate dalla Protezione Civile”. Infatti è addirittura molto più lunga la lista di edifici pubblici a rischio per “cemento molle” al vaglio della Protezione civile siciliana per verificare che rispondano ai criteri antisismici: su 48 edifici verificati, 43 non hanno superato i test. Un fatto assai grave in una Regione che ha il 90% dei Comuni ad alto rischio sismico. Anche in questo caso la colpa principale è del cemento depotenziato e il fenomeno riguarda altre Regioni italiane come Campania, Calabria, Molise e Veneto.

Tra gli edifici più a rischio ci sono proprio gli ospedali: il Cervello di Palermo, l’Ospedale Civico di Partinico, il poliambulatorio Biondo, il padiglione 6 dell’Ospedale Piemonte di Messina. Ma anche il cine-teatro di Porto Empedocle, tante chiese, parrocchie, scuole e asili nido. A Tropea c’è una scuola media in via Coniugi Crigna il cui calcestruzzo è talmente scadente che l’ingegnere chiamato a redigere una relazione tecnica ha chiesto l’immediata demolizione dell’edificio. “Metti meno cemento e più sabbia” raccomandava a un suo compare un boss della mala reggina intercettato mentre si costruiva la scuola pubblica Euclide a Bova Marina, appaltata dalla di Reggio Calabria. “Meno di 250 kg non lo può pompare – rispondeva l’altro – perché altrimenti rischia di bruciare una pompa del valore di 300.000 euro per gettare il cemento a 200 kg”. Un bello spaccato di prassi e mentalità mafiosa.

LE INCHIESTE APERTE
Ecco l’elenco delle opere pubbliche al vaglio della Magistratura per cemento taroccato

Sicilia
Galleria Cozzo-Minneria, Autostrada Palermo Messina
Torrente Braemi, Superstrada Licata
Porto Isola – Diga Foranea, Gela
Palazzo di Giustizia, Gela
Nuovo padiglione Ospedale di Caltanissetta
Viadotto Castelbuono, Autostrada Palermo Messina
Approdo di Tremestieri, Messina
Aeroporto di Palermo
Aeroporto di Trapani
Porto turistico di Balestrate
Lungomare di Mazara del Vallo
Commissariato di Polizia di Castelvetrano

Calabria
Galleria in località Palizzi (RC), statale 106
Scuola pubblica Euclide, Bova Marina
Scuola media, via coniugi Crigna, Tropea

Veneto
Lotti 9 e 14 dell’autostrada A31Valdastico (VI)

Molise
Variante autostradale a Venafro

fonte: lanuovaecologia.it

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