giovedì 9 luglio 2009

I Grandi e le misure anti-crisi: «Segni di ripresa, ma restano i rischi»

I segnali positivi ci sono. Ma la situazione economica mondiale rimane «incerta» con «rischi significativi per la stabilità». Per questo i Paesi si impegnano a fare «tutti i passi necessari per sostenere la domanda e ripristinare la crescita», mantenendo «liberi e aperti i mercati» e respingendo «il protezionismo di ogni genere» . È questo il messaggio principale contenuto nella dichiarazione economica approvata durante la prima giornata del G8 dell'Aquila. Nuove regole globali, lotta ai paradisi fiscali e attenzione al lavoro e al sociale sono le altre priorità toccate dal documento.

VIA PER LA RIPRESA - I Grandi sottolineano «i progressi raggiunti finora nel ripristinare la fiducia, stabilizzare il settore finanziario e fornire lo stimolo per sostenere la crescita e per creare posti di lavoro», ma «la situazione rimane incerta e rimangono rischi significativi per la stabilità economica e finanziaria». Le misure dei governi a sostegno dell'economia, che gli stessi si impegnano a continuare a fornire, «hanno avuto un impatto sulle finanze pubbliche». Per questo i Grandi si impegnano «ad assicurare la sostenibilità fiscale a medio termine». I capi di Stato e di governo affermano il loro impegno a raggiungere una chiusura positiva della riforma dell'Organizzazione mondiale del commercio in maniera «rapida, ambiziosa, equilibrata e ampia». LOTTA A PARADISI FISCO - La lotta all'evasione fiscale assume dimensioni internazionali: «Non possiamo continuare a tollerare - dicono i Grandi - grossi ammontari di capitali nascosti per evadere il fisco». Ruolo fondamentale è affidato all'Ocse, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che ha già stilato le black list sui paradisi, alla quale si chiede di affrontare «rapidamente queste sfide e proporre ulteriori passi» in vista del prossimo G20 finanziario. I Grandi rinnovano il loro impegno all'applicazione di norme e principi comuni di «correttezza, integrità e trasparenza» coinvolgendo il G20 nella strategia definita dal "Lecce Framework", il quadro di regole promosso dalla presidenza italiana e dal ministro Tremonti nel recente vertice. Il G8 si impegna a anche a mantenere gli impegni presi nei vertici di Washington e Londra per riformare la regolamentazione finanziaria e stabilire norme più stringenti fra cui il controllo sugli hedge funds e i tetti agli stipendi dei manager. Il sostegno all'economia, sostengono inoltre i Grandi, passa per una maggiore attenzione al lavoro e alla situazione della gente che vive sulla pelle gli effetti della crisi. «Siamo impegnati a trattare la dimensione sociale della crisi, ponendo le persone al primo posto». BERLUSCONI: «IL PEGGIO È PASSATO» - In serata, è il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a stilare un bilancio sull'accordo e sulla prima giornata del G8: «Tutti quanti abbiamo convenuto che ci sono segnali di miglioramento - ha dichiarato. - Ormai la parte più dura della crisi è alle spalle, ora bisognerà uscire dalla crisi con un codice di valore per far sì che non si ripeta più». Il premier ha ribadito che «ci sono segnali di miglioramento» e al vertice «tutti abbiamo convenuto su questo. Abbiamo deciso - ha aggiunto - che è importante mantenere il sostegno al sistema bancario e a chi ha perso il posto di lavoro». INTESA SUL CLIMA - Capitolo clima: i Paesi del G8, si legge nella dichiarazione che è stata approvata al termine della sessione sulla lotta ai cambiamenti climatici e sullo sviluppo, si impegnano a limitare «l'aumento globale della temperatura media a due gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali». Ma non solo. Gli Otto grandi sottolineano anche la «volontà di condividere con tutti i Paesi l'obiettivo di raggiungere una riduzione di almeno il 50% delle emissioni globali entro il 2050, riconoscendo che questo implica che le emissioni globali raggiungano il picco quanto prima, per avviare subito dopo una rapida riduzione» e riaffermano il sostegno «all'obiettivo dei Paesi sviluppati di ridurre insieme le emissioni di gas serra dell'80% o oltre entro il 2050, prendendo il 1990 o anni più recenti» come punto di riferimento per il calcolo delle riduzioni». «Abbiamo raggiunto sul clima una posizione comune che discuteremo con i Paesi emergenti - ha dichiarato Berlusconi. - Europa e Stati Uniti sono fermamente per la riduzione dell'emissione di anidride carbonica. La data di ingresso in vigore dell'accordo è ancora in discussione: 2020 o 2050. Su questo si deve trattare». Bisogna insomma «verificare» se sia possibile un'intesa con India e Cina (pronte a dare battaglia sulla riduzione dei gas serra). SVILUPPO E AFRICA - Via libera dai leader del G8 anche alla dichiarazione su «Sviluppo e Africa: per una globalizzazione sostenibile e inclusiva». Gli Otto si impegnano a mitigare l'impatto della crisi economica mondiale sui Paesi poveri e a «rinnovare tutti gli impegni, in particolare verso l'Africa» e gli sforzi per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo Onu del Millennio entro il 2015. Secondo i Grandi, è necessario porre «l'agricoltura e la sicurezza alimentare al centro dell'agenda internazionale». I progressi «nello sradicamento della povertà - si legge - possono essere raggiunti solo se la crescita economica e il cambiamento climatico, attraverso un ambizioso accordo a Copenaghen», sono perseguiti in maniera congiunta.

RITARDI NEGLI AIUTI - A proposito degli aiuti all'Africa, Berlusconi ha affermato che l'Italia si impegna di fronte al G8 a rispettare gli obiettivi che aveva assunto nell'ambito del global fund (nei giorni scorsi le organizzazioni a sostegno del continente africano hanno rinfacciato all'Italia di essere lontana dall'investimento programmato pari allo 0,5% del Pil per il programma promosso al G8 di Genova del 2001, anch'esso a presidenza italiana). Sull'Africa «sono stati segnalati alcuni ritardi fra i quali quelli del mio Paese che, è stato fatto notare, non ha versato quanto dovuto. Manterremo l'impegno entro fine anno come è negli accordi del global fund», ha assicurato Berlusconi.

IRAN - I leader del G8 hanno poi raggiunto un accordo per un testo comune sulla delicata questione dell’Iran. A quanto si apprende da fonti della presidenza, non è stato però ancora stabilito se il dossier iraniano sarà incluso nella dichiarazione finale degli Otto sulla politica estera o se sarà l'oggetto di uno "statement" isolato.

fonte: corriere.it

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