mercoledì 14 maggio 2008

"La distruzione delle mangrovie fra le cause del disastro birmano"

Non solo gli ostacoli burocratici agli aiuti umanitari e la lentezza del regime militare birmano. Ad aggravare il drammatico bilancio del ciclone Nargis, ha contribuito il disboscamento delle foreste di mangrovia, barriera naturale contro la furia del mare.

Per stessa ammissione del governo, il maggior numero di vittime del ciclone va imputato, più che al forte vento (180 chilometri orari), alle gigantesche onde che si sono abbattute sul delta del fiume Irrawaddy, senza che vi fosse nulla a impedirlo.

A cominciare dalle mangrovie. La distruzione delle foreste costiere di questo albero robusto e sempreverde risale a 150 anni fa, in piena epoca coloniale, quando si decise di destinare l'intera area alla coltivazione del riso e all'allevamento di pesci e gamberi. Situazione aggravata, negli ultimi decenni, dal sorgere spregiudicato di villaggi e impianti di estrazione petrolifera.

Surin Pitsuwan, segretario generale dell'Asean (l'associazione delle nazioni del sud est asiatico), riunita a Singapore, ha indicato nell'intervento umano una delle principali cause del disastro birmano. "La presenza delle mangrovie nei delta dei fiumi è strategica - ha sottolineato Pitsuwan - oltre a proteggere dalle onde, evita che l'acqua salata inondi i terreni fertili dell'entroterra. Distruggendo le barriere naturali, abbiamo permesso alla natura di appropriarsi di tante vite umane". Dalle 62mila alle 100mila, stando agli ultimi dati delle Nazioni Unite.

A dimostrazione dell'utilità delle foreste di mangrovia sulle coste asiatiche, la testata inglese Indipendent ricorda il caso di un villaggio dello Sri Lanka colpito dallo tsunami del dicembre 2004; lì, grazie alle barriere naturali, morirono solo due persone, a fronte delle oltre 6mila di un villaggio vicino, non protetto.

Anche per questo, molti governi di paesi che affacciano sull'Oceano indiano sono corsi ai ripari, stanziando fondi per il reimpianto di foreste e di altre difese naturali. Delegando alla mangrovia, e alla sua solida radice, il naturale compito di scongiurare future ecatombe.

fonte: repubblica.it

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