La circolare definisce, in modo particolare, i criteri che permetteranno di riconoscere la produzione di energia fotovoltaica come un’attività agricola connessa “di natura atipica”.
Secondo le indicazioni riportate i parametri si basano sulla potenza nominale dell’impianto pv installato: dai primi 200 kW producono sempre reddito agrario. La produzione di energia fotovoltaica eccedente i primi 200 kW, invece può essere considerata connessa all’attività agricola nel caso sussista uno dei seguenti requisiti:
- derivi da impianti con integrazione architettonica o da impianti parzialmente integrati;
- il volume d’affari derivante dell’attività agricola (esclusa la produzione di energia fotovoltaica) deve essere superiore al volume d’affari della produzione di energia fotovoltaica eccedente i 200 KW. Detto volume deve essere calcolato senza tenere conto degli incentivi erogati per la produzione di energia fotovoltaica;
- entro il limite di 1 MW per azienda, per ogni 10 KW di potenza installata eccedente il limite dei 200 KW, l’imprenditore deve dimostrare di detenere almeno 1 ettaro di terreno utilizzato per l’attività agricola.
La notizia è stata accolta con piacere dal il ministro dellle Politiche Agricole Luca Zaia, che ha così commentato: “E’ stato compiuto un altro importante passo verso lo sviluppo multifunzionale delle nostre imprese agricole e in particolare per la diversificazione verso la produzione di energia rinnovabile”. “Questo provvedimento – ha concluso il ministro Zaia – completa la normativa in materia e rende possibile per gli imprenditori agricoli investire in questo settore, al fine di integrare e diversificare le attività aziendali nell’ottica di un’agricoltura sostenibile, sia dal punto di vista energetico che ambientale”.
fonte: rinnovabili.it
Nessun commento:
Posta un commento