Ambientalisti preoccupati l'articolo 38 della legge comunitaria approvato dal Senato. Se ci sarà anche il via di Montecitorio, le Regioni potranno aprire la caccia ai migratori nei mesi di agosto e febbraio, interferendo con ripoduzione e migrazione
Chiusura tra polemiche per la stagione della caccia. Le doppiette sono tornate a tacere, ma le associazioni ambientaliste guardano con forte preoccupazione all'art.38 della Legge comunitaria approvato dal Senato che, se confermato dalla Camera, porterebbe alla deregulation della caccia. Nel frattempo i primi bilanci della stagione denunciano ferimenti e uccisioni di specie protette, come gufi, civette, falchi, sparvieri e aironi. Sarebbe stato difficile, osservano in molti, trovare un modo peggiore per celebrare l'Anno internazionale della biodiversità proclamato dalle Nazioni Unite.
RISCHIO SANZIONI. La possibilità offerta alle Regioni di chiedere una deroga ai limiti previsti di cinque mesi all'anno, infatti, sarebbe in contrasto con le richieste dell'Europa, spiega Nino Morabito, responsabile fauna di Legambiente. “L'Italia rischia di aggravare la sua situazione rispetto all'Europa sul fronte della protezione degli uccelli migratori. Noi abbiamo già una procedura di infrazione, prossima alla condanna, che chiedeva esplicitamente all'Italia di inserire nella propria normativa il divieto assoluto di caccia durante la riproduzione e nella fase di migrazione. Esattamente l'opposto di quello che è successo in Senato - conclude Morabito -, dove la maggioranza ha approvato un testo che prevede che le Regioni possano aprire la caccia ai migratori nei mesi di agosto e febbraio, entrambi importantissimi per la migrazione e riproduzione”.
ANNO INFINITO. Il prossimo anno la stagione della caccia "potrebbe non finire mai", osserva il Wwf riferendosi alla deregulation. Se la Camera dovesse confermare l'approvazione dell'articolo 38, "verrebbero cancellati in un colpo solo anni di negoziati, collaborazione e buona volontà da parte delle associazioni". Il presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni, chiede che "la Camera compia un atto di responsabilità per cancellare l'articolo 38 della legge comunitaria". E per il presidente onorario del Wwf, Fulco Pratesi, "la decisione passata in Senato è ancora più grave nell'anno dedicato dall'Onu proprio alla Biodiversità, di cui l'Italia è il paese più ricco nel Mediterraneo". Fortemente critico contro la deregulation anche l'Ente Nazionale per la protezione animali (Enpa), che vede nell'approvazione dell'art. 38 in Senato "uno scempio che si consuma proprio nell'anno del countdown per la biodiversità, in spregio alla Convenzione di Rio de Janeiro ma, soprattutto, in disprezzo del sentire degli italiani, largamente contrari all'attività venatoria in quanto tale".
BILANCIO DRAMMATICO. La Lega Italiana protezione uccelli, Lipu-BirdLife Italia traccia il primo bilancio della stagione che sta chiudendo e conta oltre 250 uccelli non cacciabili giunti feriti in 7 centri di recupero della Lipu nei 5 mesi della stagione della caccia. Dei 250 uccelli feriti, 150 di essi sono rapaci e, di questi, 102 sono deceduti. "Un bilancio drammatico della stagione venatoria", lo ha definito il direttore generale della Lipu, Elena D'Andrea. Ancora di più, aggiunge, preoccupa la deregulation. Tanto che la Lipu ha deciso di rispondere con una mobilitazione per chiedere che "la Camera bocci l'art. 38 della comunitaria e restituisca dignità al nostro Paese, già gravemente colpito da una grave crisi della biodiversità". Oltre agli interrogativi sul futuro, l'Arci caccia addita molti problemi ancora aperti, come i "danni prodotti dalla fauna all'agricoltura, i ritardi nei trasferimenti delle tasse di concessione dallo Stato alle Regioni che impediscono la corretta gestione degli Atc, dei Comprensori Alpini, delle Province e la tutela del patrimonio faunistico nazionale ed alla mancata promozione di un rapporto sinergico e funzionale fra cacciatori, ambientalisti ed agricoltori".
fonte: lanuovaecologia.it
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