CONCAUSA - Nel caso specifico Molnia ha rilevato una crescita annuale di 39 millimetri delle vette della Patagonia. Naturalmente si precisa che si tratterebbe di una concausa del fenomeno perché alla base della crescita vi è naturalmente il gioco delle forze tettoniche sprigionato dallo scontro fra le placche in cui è divisa la crosta terrestre. Ma il primo effetto, per così dire naturale, sarebbe amplificato da una sorta di rimbalzo delle strutture geologiche dovuto all’alleggerimento derivato dalla perdita dei ghiacciai. Il minor peso da sopportare spingerebbe più facilmente verso l’alto aumentando i livelli. Per le montagne del Sud America il processo è stato studiato dal 2003 al 2006 misurando, appunto, il valore di 39 millimetri. Secondo lo scienziato americano il ritmo di crescita più elevato era stabilito dalla Glacier Bay in Alaska dove nel 2005 dove si erano calcolati 31 millimetri. Dunque il cambiamento climatico annovera un’altra conseguenza finora non considerata.
fonte: corriere.it
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