Migliorare il contesto civile, culturale, sociale e ambientale, dotandosi anche di strumenti di verifica e valutazione delle politiche. Una lettura innovativa del Mezzogiorno d’Italia proposta da Legambiente. I luoghi comuni da sfatare e le eccezioni da valorizzare
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"Negli ultimi anni, nelle regioni meridionali, si è andato formando un variegato paesaggio di esperienze amministrative, di proposte, di pratiche imprenditoriali, di vittorie della legalità, di vivace presenza della società civile, di distretti industriali e di centri di ricerca, che non è ancora una politica nazionale ma da cui è opportuno partire per capire attraverso quali leve questa parte del Paese possa reagire alla crisi economica e alle criticità storiche che ne hanno condizionato lo sviluppo”. Da questo assunto parte l’idea di Legambiente di monitorare e promuovere le esperienze più originali e innovative attraverso l’istituzione del Premio Innovazione amica dell’ambiente per il Sud insieme al Comitato Mezzogiorno di Confindustria, e la realizzazione dossier periodici, inaugurati in questa giornata con la presentazione di “Ambiente Sud, materiali di lavoro per la rinascita del sud”, nel quale si cerca di fotografare attraverso l’analisi di alcuni parametri ambientali le fragilità e le debolezze, ma anche le eccellenze di un territorio variegato ed eterogeneo che ci spinge a parlare di tanti Sud diversi, con esempi positivi di amministrazione efficiente, di scuole e università di livello, di comunità consapevoli e capaci, di territori che reagiscono all’illegalità e alla criminalità, di distretti e singole imprese all’avanguardia nell’innovazione tecnologica, di risultati in campo ambientale importanti.
La qualità ambientale poi, è l’espressione diretta della coesione sociale delle comunità e della loro permeabilità al nuovo, della qualità del governo locale, del tessuto produttivo e delle opportunità occupazionali, della cultura che quel territorio esprime. Alcune politiche in questa direzione si sono avviate e soprattutto ci sono esperienze diverse che stanno concretamente trasformando le questioni ambientali in risorse per l’innovazione. E’ così nel settore dei rifiuti, dove crescono i comuni ricicloni e città come Salerno fanno registrare risultati di grande rilievo nella raccolta differenziata; è così nel settore dei trasporti regionali dove la Campania ha realizzato un sistema che può essere assunto come modello per tutte le Regioni e a Bari le politiche dei trasporti urbani hanno raggiunto risultati di assoluta eccellenza; è così per il settore delle energie rinnovabili, dove la Puglia è riuscita a imprimere un’accelerazione per niente scontata.
La tendenza verso un’economia a basse emissioni di CO2 infatti, comporterà nuovi prodotti, diversi consumi, nuova organizzazione del trasporto e del vivere in città, e questo aprirà la porta anche a nuovi lavori, nuove imprese, spazi per la ricerca e l’innovazione di processo e di prodotto. In questa sfida, che riguarda tutto il Paese e l’Europa, occorre sapere che il Sud può e deve giocare un ruolo eccezionale.
I dati, che presentiamo nel dossier confermano che il divario tra Sud e Centro-Nord ovviamente c’è, che si affastellano insieme problemi storici e strutturali e nuove emergenze, ma anche che ci sono numerosi segnali di novità e di esperienze positive. Quello che manca è una politica nazionale coerente che, a partire da quelle che oggi sono “eccezioni positive”, le porti a sistema, inaugurando un “modello Sud” originale e capace di migliorare le condizioni di chi al Sud vive e vuole continuare a vivere.
Nel dossier, oltre all’introduzione di Vittorio Cogliati Dezza, dal titolo Il Mezzogiorno terra di eccezioni, … e se le eccezioni fossero la regola?, interventi di Luca Bianchi, vicedirettore Svimez (Le risorse per il Mezzogiorno), Sebastiano Venneri (Il peso dell’illegalità) e Antonio Nicoletti (La conservazione della natura nelle strategie di sviluppo locale del Sud), seguiti da una serie di articoli e schede dedicate a “Settori, modalità d’intervento e proposte per un piano di sviluppo delle regioni del Mezzogiorno” così articolati: il territorio (Il rischio idrogeologico, Le cave, Il rischio incendi); la gestione delle risorse ambientali (Le risorse idriche, I rifiuti urbani, Le energie rinnovabili, L’agricoltura di qualità, L’impatto ambientale dell’industria, Il fenomeno delle ecomafie); Abitare e muoversi (Le città capoluogo viste da Ecosistema Urbano, I pendolari, Il Piano casa); la conoscenza per lo sviluppo (Il sistema dell’istruzione, I beni culturali).
fonte: lanuovaecologia.it
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