L'Europa è davanti alla scelta tra lo sviluppo dell'agricoltura biologica e l'introduzione delle colture OGM, o per lo meno deve decidere come e dove queste due apparentemente opposte tendenze possano coesistere. Lunedì 8 febbraio è stato presentato a Bruxelles il nuovo logo europeo per i prodotti biologici, segno evidente di attenzione per questo settore che da piccola nicchia sta diventando un elemento importante dell'agricoltura di qualità vicina alle esigenze più avvertite da parte dei consumatori europei. I prodotti biologici sono cresciuti nel primo semestre dell'anno scorso del 7,4% in Italia. Il fatturato di settore, sempre in Italia, è di circa 3 miliardi di euro l'anno con 45.000 aziende attive e oltre un milione di ettari di superficie coltivata. In Spagna si assiste a un vero e proprio boom del settore e la Francia ha deciso di fare della produzione biologica una priorità della sua agricoltura, con l'obiettivo di triplicare l'attuale superficie a biologico entro il 2012. Investimenti importanti in questo settore sono previsti anche in Germania e Danimarca. Fuori dall'UE, il biologico sta crescendo in tutto il Mediterraneo. In Tunisia, per esempio, la produzione biologica è passata dal 2002 al 2008 da sole 9.000 tonnellate a ben 170.000 tonnellate, e l'export si attesta sulle 15.000 tonnellate, con datteri, ortaggi e frutta nelle prime posizioni.
Due sono gli aspetti critici nel mercato europeo. Uno è tecnico, e riguarda la creazione di un sistema distributivo più efficace e in grado di portare sul mercato anche le produzioni dei piccoli produttori. Il secondo è di politica generale, e riguarda le decisioni che la Commissione Europea è chiamata a prendere sugli organismi geneticamente modificati in agricoltura. L'Europa procede per singole decisioni sulle varie colture OGM, con un atteggiamento tra la prudenza e l'ambiguità, e manca completamente di un approccio globale. La nuova Commissione Barroso è chiamata ad esprimersi presto con chiarezza su un argomento così delicato. Un'Europa orientata positivamente sugli OGM sarebbe destabilizzante nei confronti non solo del biologico, ma anche della produzione convenzionale di qualità e quindi di tutti i prodotti tipici del Mediterraneo. I consumatori europei spingono l'Europa ad una scelta chiara ed hanno già scelto: non si fidano degli OGM.
fonte: greenplanet.net
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