mercoledì 22 aprile 2009

Il G8 Ambiente nelle parole del ministro Prestigiacomo

Partito ufficialmente il countdown che porterà nella giornata di domani a Siracusa per il tanto atteso G8 Ambiente. E mentre nella super blindata Isola di Ortigia già sono arrivate le prime delegazioni ministeriali, e Ong e associazioni ambientaliste si preparano per il primo incontro ufficiale, l’onorevole Stefania Prestigiacomo disegna quello che sarà la chiave di lettura del Vertice. Rapporto tra crisi dei mercati ed investimenti nelle tecnologie pulite per il periodo post-Kyoto il tema cardine della tre giorni, nella speranza che dalla città siciliana parta una grande alleanza fra nord e sud nel mondo in grado di coniugare ambiente e sviluppo. A supportare il lavoro dei 20 ci saranno i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) e della Banca mondiale e le conclusioni del Forum sulle tecnologie a basso contenuto di carbonio dello scorso 3 aprile.

L’indirizzo, spiega il ministro, è quello di “consentire ai paesi emergenti e a quelli sottosviluppati uno sviluppo ecosostenibile che possa andare di pari passo all’impegno dell’occidente per la riduzione delle emissioni e per l’efficienza energetica”. Superare dunque il gap tecnologico nell’ambito della lotta a cambiamenti climatici, che ancora divide i paesi sviluppati da quelli emergenti; un imperativo che ne richiama un altro altrettanto fondamentale e contenuto nello slogan ‘Biodiversity is business’, vale a dire difendere la biodiversità non solo come valore a sé stante, ma come opportunità economica. “E’ una battaglia – ha spiegato Prestigiacomo dalla conferenza stampa di presentazione – che richiede maggiore sensibilizzazione da parte dell’opinione pubblica e maggiore impegno da parte dei governi, preso atto che l’impegno internazionale che fissava al 2010 la fine della perdita della biodiversità è stato in larga parte disatteso”. La distanza presa dall’obiettivo deciso dal Summit di Johannesburg nel 2002 è una lacuna da colmare individuate rapidamente le priorità per contribuire al dibattito internazionale; ecco pronta allora a partire dalla sede del G8 la ‘Carta di Siracusa’ finalizzata alla protezione del patrimonio della biodiversità e la cui firma sancirà le azioni di tutela e conservazione in tal senso “non più solo come limite ma anche come risorsa e opportunità di sviluppo”.

Contestualmente a ciò per tutta la durata del vertice delegazioni partecipanti e giornalisti avranno la possibilità di visitare la nave Sirio della marina militare italiana l’imbarcazione che svolge una serie di attività a tutela dell’ambiente, tra cui il recupero e l’analisi chimica delle sostanze inquinanti presenti a livello marino.

Il G8 Ambiente sarà inoltre il palco per discutere di sostenibilità ambientale in correlazione con la salute dell’infanzia, così come proposto da Giappone e Usa: una priorità per governi e comunità mondiale, spiega Prestigiacomo, che richiede interventi più incisivi essendo proprio i bambini a subire gli effetti più nocivi dei fattori di inquinamento.
L’indirizzo “low-carbon” si troverà non solo nelle tematiche affrontate ma anche nella struttura stessa della sede siciliana. Per volontà del Ministro l’organizzazione dell’evento ha puntato dritto all’ecosostenibilità attraverso una serie di accorgimenti quali sedie, tavoli e librerie in cartone riciclato così “riciclati” sono i 1.000 block notes e le 1.000 cartelline distribuiti a tutti i giornalisti e a tutte le delegazioni, sistemi elettrici a basso consumo, navette e biciclette elettriche per gli spostamenti e attivazione di un servizio di car sharing per muoversi in città. A margine della conferenza stampa il Ministro dell’Ambiente ha allargato il discorso anche a termovalorizzatori e carbone pulito, precisando che “occorre investire per riconvertire le vecchie centrali con sistemi meno inquinanti recuperando il tempo perduto anche in termini di rilascio delle autorizzazioni. Essere contro la riconversione di una centrale a olio con una a carbone pulito che inquina molto meno significa essere contro l’ambiente” ecco perché secondo l’onorevole accanto ad ogni centrale energetica debba esserci un impianto di cattura e stoccaggio di CO2 che permetta di abbattere significativamente le emissioni”. In tal senso è prevista per domani la firma di un’accordo bilaterale tra Italia e Australia, con cui il ministero dell’Ambiente aderisce all’ iniziativa del governo australiano di creare un istituto specifico che tratti gli aspetti globali della tecnologia di cattura immagazinamento del biossido di carbonio (CCS)

fonte: rinnovabili.it

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