venerdì 24 aprile 2009

Brasile: 100 miliardi per il clima ma il G8 non si impegna

Cento miliardi di dollari per frenare la crescita del caos climatico nei paesi in via di sviluppo: poco rispetto al bisogno reale, molto rispetto agli equilibri ingessati dell'era dei combustibili fossili. La proposta ha diviso il G8 di Siracusa. Anticipata dal ministro brasiliano dell'ambiente, Carlos Minc, che pochi minuti prima delle conferenza stampa di chiusura l'aveva data per certa, è stata ridotta al rango di una delle varie idee di cui si è discusso dal ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo nelle conclusioni.

"Noi avevamo un suggerimento più radicale: una tassa del 10 per cento sui proventi delle industrie del petrolio", spiega Minc. "In Brasile lo abbiamo già fatto e ricaviamo 800 milioni di dollari l'anno con cui aiuteremo la regione del Nord Est, che rischia di perdere un terzo del suo prodotto interno lordo per il disastro climatico. Ma l'idea non è passata. In alternativa si è pensato di destinare alle misure di lotta al riscaldamento globale il 50 per cento del ricavato del mercato delle emissioni di carbonio, una cifra che si aggira attorno ai 100 miliardi di dollari l'anno".

Il Brasile inoltre ha suggerito per i paesi industrializzati un taglio del 45 per cento delle emissioni di gas serra al 2022, facendo scattare verso l'alto l'asticella del salto necessario a mettere in sicurezza la Terra. E, dal canto suo, si è impegnato a ridurre del 70 per cento entro il 2017 la deforestazione dell'Amazzonia. "Nell'ultimo anno abbiamo già dimezzato la deforestazione della più importante area verde del mondo", continua Minc. "E abbiamo raggiunto l'obiettivo tagliando i crediti a chi attacca la foresta e punendo come crimine ambientale il commercio di prodotti derivante dalla devastazione dell'Amazzonia. Siamo convinti di arrivare a quota 70 per cento: significherà evitare l'emissione di 4,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, un beneficio superiore a quello previsto dalla prima fase degli impegni di Kyoto".

Sul fronte della difesa della biodiversità, l'altro grande tema legato ai cambiamenti climatici, il vertice di Siracusa si è concluso con l'approvazione di una carta che rilancia i principi di fondo della tutela degli ecosistemi: anche in questo campo la parola decisiva verrà dalla riunione fissata per l'ottobre del 2010 in Giappone. Il G8 ambiente in Sicilia si è fermato alle generiche dichiarazioni di principio del ministro italiano sull'"urgenza dell'azione". In ogni caso non avrebbe potuto decidere l'erogazione di fondi, ma non è riuscito neppure a formulare una proposta concreta. La lotta al cambiamento climatico resta urgente in via di principio, rinviata di fatto.

fonte: repubblica.it

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