Lo scorso marzo con la presentazione del rapporto “La Situazione delle Foreste nel Mondo 2009” la Fao ha denunciato una situazione divenuta ormai insostenibile: la perdita a livello globale, tra il 2000 e il 2006, di 7,3 milioni di ettari di foresta. Una cifra da capogiro, che vede il Brasile detentore della quota più ingente; 3,1 milioni di ettari in meno pari ad un tasso di disboscamento del 42% sul totale mondiale. Per arginare una piaga che sembra autoalimentarsi nonostante le opposizioni della società ambientalista e della comunità scientifica il governo brasiliano ha recentemente intrapreso delle contro mosse, ultima delle quali la decisione di incrementare il controllo via satellite del fenomeno in tutta la nazione.
Già attiva su una zona della foresta amazzonica la copertura satellitare sarà ora estesa anche ad altri settori come il Patanal e la foresta pluviale atlantica, in maniera da tracciare ogni singola azione e inviare specialisti nelle zone più a rischio. A darne la notizia il Ministro dell’Ambiente Carlos Minc a margine del Forum economico mondiale in America latina, a pochi giorni da un altro annuncio, inerente a nuovi criteri sull’utilizzazione delle materie prime di origine forestale da parte delle industrie nazionali. La norma, presto in vigore, mira ad uniformare indicatori di rendimento e standard per scoraggiare i prodotti forestali illegali e dunque la deforestazione.
fonte: rinnovabili.it
Utilità del blog per un'Azienda come la nostra, vi chiederete... informare, vi rispondiamo!...IN-FORMA COLLAGE
sabato 18 aprile 2009
Brasile: satellite per monitorare la deforestazione
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Passatempo Preistorico
Moonstone Madness



1 commento:
Fino a poco tempo fa si sentiva parlare insistentemente del problema della deforestazione in Africa centrale. Alla politica di sensibilizzazione condotta soprattutto da Greenpeace (in vari appelli, per esempio qui) fece seguito una moratoria che, in teoria, avrebbe dovuto impedire il rilascio di nuove concessioni per l’estrazione di legname. A quanto pare, però, tale moratoria sarebbe stata pressocchè ignorata .
Il punto non è solo il pericolo per la biodiversità e per il clima globale: Greenpeace stimava che “le operazioni di esbosco nella Repubblica Democratica del Congo rilasceranno oltre 34,4 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2050, pari a circa 60 volte le emissioni che l'Italia produce annualmente” (in realtà il dato mi sembra un po’ apocalittico, mi chiedo su quali basi l’abbiano calcolato). Il danno più grave lo subiscono le comunità locali che traggono dalle foreste il proprio sostentamento; oltretutto esse non ricevono nessun introito economico per l’estrazione di legname dai loro territori, visto che tale attività è gestita illegalmente.
Posta un commento