Recuperare e mettere in moto 15 miliardi annui di risorse aggiuntive. La proposta avanzata dal convegno di Cgil e Legambiente «per combattere la recessione, creare lavoro, vincere la sfida climatica»
Le eco-proposte contro la recessione
Una inversione "ragionata" delle priorità da parte di governo e Regioni, lotta "spietata" all'evasione ed elusione fiscale e contributiva e all'economia criminale, qualificazione della spesa della pubblica amministrazione, contrasto agli sprechi: intervenendo su queste quattro linee di azione, è possibile recuperare e quindi mettere in moto "non meno di 15 miliardi annui di risorse aggiuntive a quelle già programmate, sia nazionali che europee, corrispondenti a circa l'1% del Pil". E' questa la proposta avanzata da Cgil e Legambiente "contro la crisi, per combattere la recessione, creare lavoro, vincere la sfida climatica".
Si tratta di progetti, sottolineano le due organizzazioni, "immediatamente praticabili", capaci di incidere "positivamente sul mercato del lavoro dando origine ad un insieme diffuso di possibilità occupazionali". Secondo Cgil e Legambiente, infatti, questi interventi per 15 miliardi creerebbero 350 mila posti di lavoro annui. Queste risorse andrebbero impegnate, "prioritariamente in quattro aree di intervento: energia, edilizia, trasporti, sicurezza ambientale. Riteniamo strategico - sottolineano Cgil e Legambiente - intervenire in queste aree al fine di determinare un cambiamento che possa avere effetti positivi nei confronti delle famiglie e incrociare i più importanti settori produttivi e industriali italiani".
I provvedimenti approvati dal governo in queste settimane, sostengono, "appaiono del tutto inadeguati per far fronte alla tempesta che ci sta colpendo e per preparare il sistema produttivo a rispondere alle sfide che aspettano l'Italia nel futuro". Ad oggi, "il governo sostiene di aver reso disponibili, per far fronte alle crisi, ben 45 miliardi di euro. Nei fatti le uniche risorse fresche - viene rilevato - sono solo cinque miliardi, anche questi in larga parte ricavati dal riposizionamento di poste di spesa previste per altri settori".
fonte: lanuovaecologia.it
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