ATTACCHI AI TAGLIATORI DI LEGNA - Negli ultimi mesi questi assalti mortali si sono intensificati e sono avvenuti al ritmo di uno alla settimana. Marzo è stato il mese più drammatico di sempre. La maggior parte delle vittime sono stati operai che lavoravano all’interno dei cantieri per il taglio del legname, come riferisce un reportage sul sito della Bbc. Quasi che questi animali volessero farsi giustizia e colpire chi toglie il loro spazio vitale. Ma la spiegazione è un'altra: marzo è il mese nel quale la foresta offre le condizioni idrogeologiche ideale per disboscare e quindi aumenta il numero dei tagliatori di legname presenti, prede facili per gli agguati. «Il problema principale è quello della deforestazione. L'abbattimento illegale degli alberi sta crescendo a ritmi vertiginosi, e le tigri hanno sempre più difficoltà a trovare cibo. E’ in questo contesto che stanno crescendo gli attacchi agli uomini» spiega Nurazman Nurdin, uno dei ranger indonesiani che battono la zona della giungla nella provincia di Jambi.
UCCISI ANCHE ABITANTI DEI VILLAGGI - Anche il cantiere dove c’è stata l’ultima vittima è uno di quelli illegali. Ma per gli operai la punizione che è toccata al loro compagno sembra ovviamente sproporzionata. In queste due regioni di Sumatra, dove si stima che vivano ancora 150 tigri, il problema è quello che una sola multinazionale ha spianato un’area di foresta superiore al milione di ettari. Oltre ai tagliatori di legname è comunque a rischio anche la popolazione locale che vive nei villaggi, in particolare quelli che si trovano ai confini con le aree disboscate. Una donna, nell'ultima settimana di marzo, ha perso marito e figlio, uccisi da una tigre. Si erano allontanati solo di poche centinaia di metri dalla loro casa.
fonte: corriere.it
Nessun commento:
Posta un commento