giovedì 12 marzo 2009

Piano casa, ecco le misure chiave

Una stanza in più per ogni abitazione e via libera all'abbattimento di vecchi edifici malandati per ricostruirne di più nuovi e rispettosi dell'ambiente, il tutto ottenendo sconti sul balzello che si deve pagare ai Comuni in cambio del permesso di costruzione. Chi però sbaglia o fa il furbo e non rispetta la legge dovrà fare i conti con una stretta sulle sanzioni. Sono queste le linee guida, secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, sulle quali il governo continua a lavorare per mettere a punto un piano per l'edilizia e che sono state al centro di alcune riunioni a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio Berlusconi. Ecco le misure chiave del testo da proporre alle Regioni.

STATO E REGIONI. Due i livelli che sarebbero coinvolti dalla 'rivoluzione' dell'edilizia: quello regionale e quello statale. Per quanto riguarda l'ambito locale, è allo studio un testo base da proporre alle Regioni che intenderanno adottarlo. Al momento, oltre al Veneto, si sarebbe incassato il consenso della Sardegna e la Lombardia annuncia un intervento a breve. Per quanto riguarda invece l'ambito nazionale, si provvederebbe a modificare il Testo unico dell'edilizia e il Codice dei beni culturali e del paesaggio.

AMPLIAMENTI AL VIA. Le abitazioni private potranno essere ingrandite fino a un tetto massimo del 20% del volume esistente; per tutte le altre tipologie di edifici la soglia del 20% è in riferimento invece alla superficie coperta.

SCONTI FISCALI. I Comuni potranno scegliere di ridurre il cosiddetto contributo di costruzione previsto per l'ampliamento del 20%. Sconto che salirebbe al 60% nel caso di prima abitazione. Si potrebbe addirittura arrivare all'esonero del contributo nel caso di uso di bioedilizia.

DUE ANNI DI TEMPO. La richiesta di ampliamento deve arrivare entro il 31 dicembre 2010. Il provvedimento allo studio prevede anche la possibilità di realizzare un edificio separato nel caso in cui non sia materialmente o giuridicamente possibile realizzarlo in contiguità con il fabbricato esistente.

DEMOLIZIONI E RICOSTRUZIONI. Gli edifici realizzati anteriormente al 1989 che non siano adeguati agli standard qualitativi e che non siano sottoposti al vincolo di conservazione possono essere abbattuti e ricostruiti con un aumento della cubatura fino al 30%. Qualora gli edifici non siano residenziali la soglia è relativa alla superficie coperta. In entrambi i casi, il tetto salirebbe a quota 35% con l'utilizzo di tecniche di bioedilizia. All'interno di questo capitolo, poi, si starebbe ragionando sulla possibilità di rendere l'area originaria non edificabile nel caso in cui si decidesse di ricostruire in una zona diversa.

RISPETTO DEL PAESAGGIO. Paletti rigidi rispetto ai vincoli ambientali e paesaggistici e divieto assoluto di ampliamento per gli immobili abusivi. Ecco invece i punti chiave del ddl all'esame del governo.

STRETTA SULLE SANZIONI. Multe per i casi più lievi e per contro una stretta delle sanzioni per chi interviene sui beni vincolati. Allo studio poi il ravvedimento operoso, fino ad immaginare per i casi meno gravi l'estinzione dell'illecito, e la possibilità che l'accertamento di conformità e quello di compatibilità ambientale estinguano i reati.

ADDIO PERMESSO. Il ddl abolisce il permesso di costruire e lo sostituisce con una certificazione di conformità giurata da parte del progettista. Previsto poi l'ampliamento dei casi di denuncia di inizio attività, la rimodulazione degli interventi di edilizia libera.

CAMERA DI CONCILIAZIONE. Via libera alla valutazione preventiva degli interventi con gli uffici preposti e creazione di una Camera di conciliazione presso i comuni.

TEMPI CERTI. Meno burocrazia per le procedure per il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica e indicazione di tempi certi per la conclusione del procedimento.

fonte: lanuovaecologia.it

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