venerdì 18 settembre 2009

ACQUA: QUALITA' E QUANTITA' ANCHE PER LEGGE

Con un decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il Ministro dell'Ambiente ha stabilito i criteri per l'individuazione delle informazioni territoriali e le modalita' per la raccolta, lo scambio e l'utilizzazione dei dati necessari alla predisposizione dei rapporti conoscitivi sullo stato di attuazione degli obblighi comunitari e nazionali in materia di acque. Il decreto da' attuazione ad uno dei capisaldi della Water framework directive (Wfd), la direttiva che istituisce un quadro integrato di azioni per creare condizioni soddisfacenti da un punto di vista ecologico, chimico e quantitativo e per assicurare una gestione coerente e sostenibile degli aspetti qualitativi e quantitativi della risorsa idrica. La direttiva comunitaria identifica i bacini idrografici (distretti), unita' geografiche di riferimento per il governo di tutte le azioni in materia di tutela delle acque e gestione integrata delle risorse idriche nell'ambito dei distretti tutti i corpi idrici devono conseguire entro il 2015 un obiettivo ambientale rappresentato da uno stato ecologico buono per le acque superficiali e uno stato chimico e quantitativo buono per le acque sotterranee. A questo fine prevede proprio l'istituzione di uno o piu' registri delle aree protette al fine di proteggere le acque superficiali e sotterranee o di conservarne gli habitat e le specie presenti che dipendono direttamente dall'ambiente acquatico. Ogni distretto idrografico deve predisporre un piano di gestione, per la cui redazione è dunque necessario disporre di dati qualitativi e quantitativi. Il quadro normativo di riferimento italiano dispone di uno strumento legislativo: il Decreto Legislativo 152/2006 che recepisce la direttiva quadro, abrogando le previgenti normative quadro in materia di tutela delle acque dall'inquinamento e uso delle risorse idriche. Il decreto 152 prevede appunto l'adozione di un piano di gestione predisposto dall'Autorità di bacino distrettuale per ciascun distretto idrografico come stralcio del Piano di bacino distrettuale. E di un piano di tutela delle acque predisposto dalle Regioni come strumento di programmazione settoriale per conseguire gli obiettivi di qualità previsti dalla normativa comunitaria e per proteggere l'intero sistema idrico sia superficiale che sotterraneo. A questi si aggiungono i piani di assetto idrogeologico, il piano di indirizzo territoriale e quello territoriale di Coordinamento provinciale.

fonte: ambiente.it

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