giovedì 10 settembre 2009

Una tassa ecologica per salvare le Maldive

Pochi euro in più al giorno, in cambio della sopravviven­za. Minacciate dal riscalda­mento climatico e dall'innalza­mento dei mari, le isole coralli­ne delle Maldive, a rischio scomparsa, scommettono sul­le tasche (e la sensibilità) del­le loro migliaia di turisti. Il presidente Mohammed Nasheed ha annunciato lune­dì di essere sul punto di «in­trodurre una 'tassa verde'» per i visitatori, da destinare al­le spese per la salvaguardia dell’ecosistema. Tre euro, ol­tre al prezzo della vacanza, il contributo da chiedere a cia­scun turista per ogni giorno sull'arcipelago. Oltre 6 milio­ni di euro l'anno, se si conside­ra che i 1.192 isolotti ospita­no, da gennaio a dicembre, cir­ca 700 mila turisti che si fer­mano in media tre giorni.

Se il parlamento darà il via li­bera — promette il governo— il denaro sarà investito nel grandioso piano ecologico va­rato pochi mesi fa da Nasheed. Lanciare sugli atolli una «rivo­luzione verde», è stata infatti una delle prime mosse del nuo­vo presidente, democratico, eletto lo scorso autunno dopo i trent’anni al potere del lea­der- padrone Maumoon Abdul Gayoom. Oltre 150 turbine a vento, mezzo chilometro qua­drato di pannelli solari sui tetti e un'innovativa centrale ali­mentata da gusci di noci di coc­co, sono alcuni punti del pro­getto per rendere le Maldive il primo Paese al mondo a impat­to zero. A realizzarlo sono stati chiamati anche i ricercatori del­l'università Bicocca di Milano. «Nell'ambito di un accordo for­temente voluto da Nasheed e per il quale abbiamo chiesto un finanziamento all'Expo, le Maldive ci hanno messo a di­sposizione un isolotto dove co­struire un centro di ricerca e formazione» spiega Marialuisa Lavitrano, responsabile Affari internazionali della facoltà.

Qui gli studiosi italiani si occu­peranno, tra l’altro, di progetta­re pannelli solari e di sviluppa­re nuove tecniche per trapianta­re i coralli minacciati dal riscal­damento delle acque. In base ai dati diffusi pochi giorni fa dal Wwf il livello de­gli oceani è destinato ad alzar­si di oltre un metro entro la fi­ne del secolo. Circa 60 centi­metri, aveva previsto l'Onu due anni fa. Troppo, in ogni ca­so, perché si possa continuare ad abbronzarsi sugli atolli dei vip (da Penélope Cruz a Mi­chelle Hunziker a Pippo Inza­ghi, i frequentatori). «Le Mal­dive sorgono a un metro e mezzo sul livello del mare — spiega il direttore scientifico del Wwf, Gianfranco Bologna —. Ignorare il rischio della scomparsa è ormai impossibi­le». Lo studioso è entusiasta della «tassa verde»: «Un atto dovuto verso chi si impegna a salvaguardare la natura. E un ottimo segnale in vista della Conferenza di Copenaghen: an­che lì, su più larga scala, una delle questioni più controver­se sarà la creazione di un fon­do per i Paesi in via di svilup­po che li aiuti a sostenere nuo­ve politiche ambientali». A proposito di Copenaghen — il vertice di dicembre che mira a raggiungere un nuovo accordo sul clima, dopo Kyoto ’97 — il presidente maldiviano ha confermato ieri che non ci sarà. Meglio risparmiare in tempi di crisi, la motivazione. A nulla sono valsi gli sforzi del­la Danimarca che ha proposto aiuti alle piccole isole e ai Paesi poveri perché possano parteci­pare. Nasheed ringrazia e va per la sua strada. «L’approccio del nuovo pre­sidente sul clima è molto prati­co » spiega al telefono da Malé Giorgia Marazzi, console onora­rio italiano sull’arcipelago. A lei l'idea della «tassa verde» pia­ce, «purché sia usata con serie­tà e si accompagni a una cam­pagna di sensibilizzazione del­la popolazione, ancora poco consapevole dell’emergenza». La cifra che Nasheed chiede non è alta, aggiunge, «ma se i risultati non ci saranno, i turi­sti non glielo perdoneranno».

fonte: corriere.it

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