Il giorno dopo il naufragio di una petroliera e quattro mercantili nelle acque del Mar Nero, una gigantesca onda nera di greggio ha ormai raggiunto le coste russe dello Stretto di Kerch. E nella zona, che collega il Mar Nero e il Mare di Azov, gli uccelli cominciano a morire.
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Ma ancora non è chiaro quale sia l'entità della catastrofe provocata dal greggio riversato in acqua dopo il naufragio della petroliera 'Volganeft-139'. "La chiazza è ormai alla spiaggia: gli uccelli si poggiano sul combustibile e muoiono", ha riferito Alexandr Dovgal, dell'autorità portuale di Tamansk. Quando la petroliera si è spezzata in due tronconi, quasi la metà del carico di 4.800 tonnellate si è riversata in mare.
Le autorità russe e ucraine hanno lanciato una massiccia operazione di soccorso e bonifica. Secondo il sito web Russia Today sono già stati recuperati cinque cadaveri, tre dei quali erano probabilmente membri dell'equipaggio del mercantile Najichevan, che trasportava zolfo: i corpi senza vita dei marinai portavano ancora i giubbotti di salvataggio quando sono stati trovati vicino alla penisola di Tuzla.
Venti che soffiavano fino a 100 chilometri all'ora e onde alte più di cinque metri hanno trasformato in un inferno la zona del porto russo di Kavkaz, uno dei principali nello stretto di Kerch, che collega il Mare di Azov e il Mar Nero. Oggi i venti si sono calmati, ma i meteorologi si attendono una nuova tempesta per le prossime ore.
Mentre i governi di Russia e Ucraina hanno creato un'unità di crisi congiunta per far fronte al disastro, le autorità locali hanno mobilitato centinaia di persone perché collaborino alle operazioni di bonifica. Anche l'Unione europea si dice pronta a intervenire per arginare il disastro ambientale "ma per farlo dobbiamo ricevere una richiesta ufficiale da parte del paese coinvolto. Senza tale richiesta, non possiamo dare alcun aiuto", ha detto Barbara Helfferich, portavoce del commissario Ue all'ambiente Stavros Dimas.
Bruxelles è molto preoccupata anche per le migliaia di tonnellate di zolfo trasportate dai mercantili russi Nakhitchev, Volnogorsk e Kovel, spinti l'uno contro l'altro dalla furia della bufera. Inoltre, sono finite in fondo al mare anche le 5.600 tonnellate di materiali ferrosi che erano nelle stive del quarta mercantile affondato, un'imbarcazione georgiana che si è inabissato non lontano dal porto ucraino di Khersones, in Crimea. Secondo le prime stime, potrebbero occorrere anni per ripulire la zona.
E il primo bilancio del Wwf è drammatico: almeno 30.000 uccelli morti e 12 chilometri di costa russa invasi dal petrolio. Ma secondo l'associazione le cose potrebbero peggiorare, "perché l'Ucraina non sembra avere gli strumenti adeguati per affrontare e tamponare incidenti di questa portata". La raccolta del petrolio fuoriuscito è iniziata, osservano gli ambientalisti, "ma la situazione meteorologica, con forte vento e tempesta persistenti, rende difficile ogni intervento".
"Abbiamo problemi con l'acqua, i fiumi, le foreste, i ghiacciai che si stanno sciogliendo, il clima che sta cambiando e gli uragani che sono diventati incredibilmente più potenti, come dimostra quest'ultima tragedia - è stato il commento del premio Nobel per la pace Mikhail Gorbaciov all'emittente France 24 - Oggi si proteggono i parchi dove i nostri bambini giocano, e questo rappresenta un significativo cambio di mentalità, ma presto dovremo fare uno sforzo in più e impegnarci realmente per proteggere la natura nel suo complesso".
fonte: repubblica.it
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martedì 13 novembre 2007
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