sabato 10 novembre 2007

Dal risciò alla cucina portatile

Sappiamo da sempre che "O sole" ce lo abbiamo "in fronte", ma dopo averlo cantato a tutto il mondo abbiamo lasciato che fossero gli altri a sfruttarlo per produrre energia. Germania, Spagna, Giappone, Australia: quando si tratta di trasformare la luce in elettricità ci sono tutti avanti e anche di molto. Fortunatamente ora qualcosa sta cambiando e l'Italia sta affannosamente cercando di recuperare il tempo perduto. Così a Rimini, dove ogni anno si svolge Ecomondo (www.ecomondo.it)la più grande Fiera dedicata al business ambientale giunta ormai alla sua undicesima edizione, è stata aggiunta una terza sezione. Oltre alla tradizionale esposizione sul ciclo dei rifiuti e il valore del recupero, alla quale dal 2005 è stata inserita Ri3, una parte specifica sul riutilizzo degli scarti dei prodotti elettronici, quest'anno i padiglioni della Fiera ospitano anche Key Energy (www.keyenergy.eu), una rassegna interamente rivolta all'energia e alla mobilità sostenibile

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Se non mancano gli stand di aziende che promettono di sfruttare le potenzialità delle biomasse, dell'eolico e dell'idrogeno, il vero protagonista è però il solare con le sue mille applicazioni. L'energia del sole - qualcuno lo ha definito "un'enorme centrale nucleare alla giusta distanza di sicurezza" - può essere utilizzata praticamente in qualsiasi campo. Se ormai iniziamo a fare l'occhio ai pannelli fotovoltaici sui tetti, puntati verso sud a fianco delle antenne paraboliche, e ai grandi bidoni del termico per la produzione di acqua calda, le possibilità in realtà sono molto altre.

Curiosando tra i padiglioni della Fiera si scopre ad esempio un piccola azienda argentina che ha messo sul mercato la "Cocina solar portatil". Un'invenzione talmente banale da essere geniale. Si tratta di un foglio di alluminio pieghevole molto simile a quelli che si metteono sui parabrezza delle macchine d'estate per evitare di trovarle arroventate. Una volta aperta la "Cocina solar" (www.xcruza.com.ar) assume la forma di uno specchio concavo, come quelli ustionanti progettati da Archimede. Appoggiandoci al centro una pentola i produttori, la Xcruza di Buenos Aires, garantiscono che in una giornata di media insolazione si può far bollire l'acqua nel giro di mezz'ora. Se questo piccolo modello dal peso di circa un chilo, in vendita per ora solo in Argentina e Spagna a circa 50 euro, è ideale per gite, escursioni o piccole utenze isolate, la speranza degli inventori è quella di trovare un distributore italiano e farla adottare in tutte quelle situazioni di catastrofe ed emergenza dove è necessario allestire accampamenti in fretta e furia, evitando di dover far arrivare insieme ai soccorsi anche pesanti bombole di gas.

A pensare di sfruttare il sole in maniera originale è anche l'azienda Stilo Grafica che a Rimini presenta i tipici risciò a pedali utilizzati soprattutto sui lungomari delle località turistiche "truccati" però con dei piccoli pannelli fotovoltaici. L'energia del sole alimenta un piccolo motore elettrico in grado di aggiungersi alla forza muscolare, rendendo la passeggiata più piacevole. Oppure l'associazione ambientalista Paea che alla fiera presenta una vasta gamma di piccoli giocattoli che grazie a dei micro pannelli fotovoltaici possono fare a meno delle batterie.

Al di là di queste piccole applicazioni, che in alcuni casi rischiano di restare nell'albo delle curiosità, il solare promette di muovere un sacco di soldi. Qualcosa già si inizia a vedere. La Elektrica, una piccola azienda romagnola di Mercato Saraceno cerca ad esempio grandi tetti da affittare per piazzare i suoi pannelli e incassare gli incentivi governativi del conto energia.

Allo stesso modo su quasi tutti gli stand degli installatori di solare termico e fotovoltaico campeggia il cartello con la scritta "cercasi agenti per zone libere". E persino un big come il Gruppo Marcegaglia che fa capo alla vicepresidene di Confindustria, è venuto qui a Rimini per presentare i suoi nuovi laminati fotovoltaici Brollo Solar, degli ondulati da utilizzare nelle coperture dei grandi capannoni industriali per trasformarli in piccole centrali di energia in grado di assicurare alle aziende un considerevole risparmio energetico.

fonte: repubblica.it

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