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Gestivano un fitto intreccio tra camorra, politica, e gestione rifiuti nel Casertano: chiedevano tangenti, assicurando voti e sostegno al Comune di Mondragone. In più mettevano in atto truffe ai danni dello Stato per quasi 5 milioni di euro. Sei le ordinanze applicative di misure cautelari personali eseguite dalla Guardia di Finanza, tenenza di Mondragone, dalla questura di Caserta e dal comando provinciale dei carabinieri di Caserta: associazione mafiosa, estorsione e corruzione di pubblico ufficiale, aggravate dalla finalità camorristica, e truffa ai danni dello Stato le accuse. Le indagini condotte dalla Dda della Procura della Repubblica di Napoli, che già lo scorso marzo portarono all'esecuzione di altri arresti, disegnano un quadro di infiltrazioni mafiose nella società mista Eco 4 Spa, che si occupava della raccolta rifiuti in 18 comuni del Casertano: società che versava tangenti anche di 15mila euro al mese ad esponenti del clan La Torre di Mondragone. Clan che, a sua volta, aveva un ruolo centrale sul Comune di Mondragone. Le accuse vanno dal concorso esterno in associazione mafiosa, dall'estorsione alla corruzione di pubblico ufficiale, aggravate dalla finalità camorristica, alla truffa ai danni dello Stato. Tra i mandanti dell'azione estorsiva, sulla base delle indagini, ci sarebbe Antonio La Torre, che all'epoca dei fatti era latitante in Scozia. Per gli investigatori, come si legge sempre nella nota della Procura, invece, Giuseppe Valente, già presidente del Consorzio Caserta 4, era invece la cerniera «tra la sfera politico/amministrativa comunale, il potere imprenditoriale e l'aggregazione mafiosa». Le indagini avrebbero poi consentito di «svelare la creazione ad opera di soggetti collegati al clan La Torre di una formazione politica capace di incidere sull'amministrazione comunale di Mondragone». fonte: lanuovaecologia.it |
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martedì 13 novembre 2007
Rifiuti, intrecci clan e politica nel Casertano
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