- Un accordo per la stabilizzazione dei gas serra su base scientifica, con obiettivi di riduzione al 2020 e al 2050. Si mette in chiaro la necessità di un’azione immediata attraverso decisioni politiche ambiziose che le imprese devono esser pronte a recepire, in maniera tale da limitare l’aumento medio globale della temperatura ad un massimo di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali. Questo richiede misure che portino ad un abbattimento di circa 17 Gt entro il 2020.
- Efficaci strumenti di misurazione, segnalazione e verifica delle emissioni da parte delle imprese.
- Incentivi dedicati per determinare un deciso incremento dei finanziamenti alle tecnologie a basse emissioni e la creazione di un mercato internazionale delle quote CO2 funzionante a partire dal 2013.
- La collaborazione tra governi e imprese per assicurare a tutte le nazioni pari accesso alle tecnologie verdi e lo sviluppo di nuove.
- Lo stanziamento di Fondi pubblici per rendere le comunità più resistenti e capaci di adattarsi ai mutamenti climatici.
- Innovative misure per salvaguardare il patrimonio forestale e bilanciare il ciclo del carbonio.
Consegnato al Primo Ministro danese, Lars Løkke Rasmussen, e a Yvo de Boer, segretario esecutivo della convenzione UNFCCC, il Copenhagen Call sarà portato avanti tramite loro durante gli ultimi sei mesi di negoziati prima della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP15) di dicembre.
fonte: rinnovabili.it
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