Avanti con le riforme. Della previdenza, degli ammortizzatori sociali, e avanti con la liberalizzazione delle municipalizzate e con il taglio della spesa pubblica improduttiva. «Perché la crisi non è affatto finita, il cammino è difficile e non bisogna abbassare la guardia». Emma Marcegaglia lo ha detto ieri davanti agli oltre 1.300 imprenditori riuniti per l'assemblea privata di Confindustria e lo ripeterà oggi in quella pubblica davanti a molti rappresentanti del governo. Così come sicuramente lo ha detto al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il quale ha avuto in serata un colloquio riservato a Palazzo Chigi. Una visita di cortesia alla vigilia del tradizionale appuntamento confindustriale per anticipare al premier i contenuti della relazione. La crisi è «grave e vera», ha ribadito la leader degli imprenditori mentre le agenzie di stampa diffondevano le ultime stime Istat in materia di fatturato industriale con un'altra "botta" a marzo superiore al 22% nonostante un lieve rallentamento del calo. Drammatica la situazione degli autoveicoli con una flessione del 27,9% nel fatturato e del 19% degli ordini. Secondo gli economisti del Cerm i dati sono brutti ma «qualche sfumatura positiva» lascia pensare che il peggio è passato. Una lettura della crisi fatta anche da Marcegaglia nei giorni scorsi ma che oggi preferirà «tagliare» sull'emergenza delle riforme per non allentare la tensione. La tesi del presidente è che le riforme vanno fatte adesso «perché bisogna mettere il Paese in grado di avere livelli accettabili di crescita una volta che verrà la ripresa». Interessante vedere come reagirà il governo oggi.
La posizione dei ministri chiave dell'economia, come Giulio Tremonti (Tesoro) e Maurizio Sacconi (Welfare) è quella di attendere tempi migliori per mettere mano a riforme delicate come quella delle pensioni e del sistema del welfare. Il rischio sarebbe quello di creare ansia e stress a milioni di lavoratori già prostrati dalla crisi economica. Marcegaglia, riscuotendo numerosi e affettuosi applausi dai «colleghi» imprenditori, ha anche fatto una sintesi delle cose ottenute mel suo primo anno da presidente di Confindustria. Un anno «complicatissimo» che ha visto il mondo trasformarsi totalmente. Molte le questioni affrontate - la più importante quella della liquidità bloccata dalla crisi del sistema bancario internazionale e solo parzialmente risolta - e una ancora da prendere di petto: quella dei debiti incagliati nella palude della Pubblica amministrazione che - «al di là della polemica sulla cifra esatta» - resta comunque enorme e ormai insopportabile per il sistema produttivo. Quanto alla riforma degli assetti contrattuali, il presidente degli imprenditori si è detta «dispiaciuta» per il no della Cgil tornando ad augurarsi per il bene del Paese che Guglielmo Epifani possa ripensarci. Sulle riforme e la necessità di modernizzare il Paese Marcegaglia ha promesso che l'impegno «di Confindustria sarà molto forte». Dopo il colloquio con il premier della durata di quasi un'ora, cena all'Hassler con tutto il direttivo.
fonte: corriere.it
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