"Useremo l'esercito una volta che avremo individuato i siti dove costruire le centrali nucleari". Lo ha affermato ieri il presidente del consiglio Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento all'Assemblea nazionale di Confesercenti. Parole pesanti, che confermano la linea dell'autoritarismo e dell'imposizione dall'alto delle scelte dell'esecutivo. Ma per Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, lo spiegamento delle truppe non sortirà l'effetto sperato: "Gli italiani il nucleare non lo vogliono e non sarà l'uso dell'esercito a convincerli".
La conferma arriva da una ricerca del mensile La nuova ecologia e di Lorien Consulting, presentata due giorni fa a Roma al forum "Qualenergia". Il 60% degli italiani è contrario al nucleare, per quasi 7 cittadini su 10 è pericoloso. Mentre le fonti alternative piacciono a otto italiani su 10. Il nucleare, invece, è definito un'energia cara e pericolosa dalla stragrande maggioranza, e soltanto il 14% lo preferisce, ma esprime dubbi all'ipotesi di abitare vicino ad una centrale o ad un deposito di scorie radioattive.
Le critiche dell'associazione ambientalista non si fermano al presidio dei cantieri da parte dell'esercito. "I sondaggi - ha spiegato Ciafani - dimostrano che la maggioranza dei cittadini non ne vuole sapere di centrali nucleari in Italia tanto meno vicino alle loro case. Il premier poi - ha dichiarato - dovrebbe informarsi meglio sullo sviluppo di una tecnologia che a quanto pare non conosce visto che omette sempre di parlare dei costi esorbitanti di costruzione e gestione insieme al problema della produzione e dello smaltimento delle scorie". "La quarta generazione - ha concluso il responsabile scientifico di Legambiente - è in costruzione solo nel paese delle meraviglie immaginato dal presidente del Consiglio, visto che quella è una tecnologia attualmente non disponibile perché ancora nella fase della ricerca".
Nel frattempo, ieri il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso presentato da Sogin - come ha reso noto la stessa società - contro l'ordinanza del Tar Piemonte che aveva sospeso, il 23 maggio scorso, il decreto di disattivazione dell'impianto Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (Alessandria). Da oggi dunque, sono ripresi i lavori di smantellamento e bonifica dell'impianto che si concluderanno entro quest'annofonte: lanuovaecologia.it
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