Il documento illustra partendo dalla situazione attuale gli sviluppi attesi per questo settore che a fine 2008 si attestava ad una potenza di 436 MW globali, con California e Spagna a dominare la classifica dei progetti realizzati e con piani da oggi a 17 anni per altri migliaia di MW. Secondo le stime di “Global CSP Outlook 2009”, in uno scenario avanzato supportato da un forte sviluppo di misure di efficienza energetica, il solare a concentrazione nel 2030 potrebbe essere in grado di fornire il 7% circa dell’elettricità mondiale e un quarto al 2050 raggiungendo i 1.500 GW, pari a circa a 7.800 TWh.
I benefici conseguibili sono espressi sia in termini economici, ambientali che di ricadute occupazionali: oltre 1,1 milioni posti di lavoro al 2050 nelle regioni esposte a maggiore radiazione solare, nello scenario di sviluppo moderato, e circa 2,1 miliardi di tonnellate di CO2 annue in meno (pari a circa quattro volte le emissioni attuali dell’Italia).
“Le centrali a concentrazione possono fornire energia sicura a scala industriale per tutto il giorno ricorrendo a tecnologie di stoccaggio del calore” spiega Josè Nebrera, Presidente di Estella a cui fa eco Christoph Richter, Direttore di SolarPACES, “l’intensa attività di ricerca e sviluppo degli ultimi 15 anni ha permesso il decollo della tecnologia a cui assistiamo oggi”.
Si è dichiarato interessato ad approfondire le potenzialità, il ministro Scajola che dal canto suo ha riconosciuto come sul solare a concentrazione l’Italia sia in forte ritardo; il progetto da 5 MW di Priolo Gargallo a Siracusa è l’unico infatti in fase di realizzazione e non è stato ancora ultimato. “Sul solare dobbiamo crescere”. Ed è proprio quello che si augura Greenpeace.
fonte: rinnovabili.it
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