martedì 19 maggio 2009

Il mare si ritira e la terra si gonfia In Alaska il clima fa strani scherzi

Il riscaldamento globale crea sfide in vari luoghi del mondo per la crescita del livello dei mari, ma in Alaska sta avendo effetti opposti. A Juneau, la capitale dello Stato americano, le acque si ritirano e la terra si 'gonfia', liberata dai giganteschi ghiacciai in scioglimento. Il fenomeno viene studiato dagli scienziati statunitensi, ma sono soprattutto i 30.000 abitanti della zona a seguire con attenzione e talvolta con apprensione il mutamento in corso. I confini delle proprietà cambiano, corsi d'acqua si chiudono, aree un tempo sommerse si trasformano in zone boscose. In 200 anni, secondo gli studi dello United States Geological Survey, la terra nell'area di Juneau è salita di oltre 3 metri rispetto al livello del mare, e il fenomeno sta ora accelerando per effetto del riscaldamento globale e del conseguente sciogliemento dei ghiacci: entro il 2010 è atteso un altro metro di innalzamento.

Il sindaco Bruce Botelho ha detto al New York Times che negli ultimi tempi il terreno sale "ai ritmi più intensi che abbiamo mai registrato". Un evento legato a complesse dinamiche geologiche, ma che viene paragonato per semplicità al cuscino di un sofà che si gonfia quando una persona si alza e lo libera del proprio peso. La comunità locale ha imparato a convivere con le modifiche ambientali, ma è ora un po' preoccupata dall'accelerazione che i fenomeni stanno avendo. Il canale Gastineau, su cui si affaccia la città, era navigabile da parte di imbarcazioni di grande stazza fino ad alcuni decenni fa, e ha ora invece un fondo fangoso che sale e lo rende impraticabile per la navigazione.

C'è preoccupazione poi per i salmoni, da sempre una delle maggiori risorse dell'area, che al loro ritorno ogni stagione trovano sempre più difficile risalire le correnti, perché i corsi d'acqua si ritirano di fronte alla terra che sale. "Il salmone è legato alla nostra identità, a ciò che siamo come comunità", dice preoccupato il sindaco Botelho. C'é però anche chi si gode i cambiamenti in corso. Morgan DeBoer, per esempio, nel 1998 ha approfittato dell'arretramento delle acque per costruire un campo da golf da nove buche su un'area posseduta da decenni dalla sua famiglia, che era in precedenza sommersa. L'acque negli ultimi dieci anni si sono allontanate ancora di più dalla sua proprietà, scoprendo nuovi terreni, e DeBoer ha adesso spazio sufficiente per aggiungere altre nove buche.

fonte: lanuovaecologia.it

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