giovedì 18 ottobre 2007

«In Italia il risanamento rallenta»

Segnali preoccupanti per l’economia, tanto per quella italiana quanto per quella globale. A segnalarli è il Fondo monetario internazionale, nel World Economic Outlook, che ha tagliato di mezzo punto (al 4,8%) le previsioni sulla crescita globale nel 2008, a causa degli effetti della crisi dei mutui, e ridotto anche le stime di crescita dell'Italia. Sul nostro Paese, però, l’Istituto di Washington non è tenero: un giudizio negativo pesa sull'utilizzo del «tesoretto», ovvero sulle entrate fiscali superiori alle previsioni, segnalando il rallentamento del passo sul fronte del risanamento dei conti pubblici, nonostante – per l’appunto – il buon andamento delle entrate. Così, spiega l'istituto di Washington, difficilmente l'Italia riuscirà a ridurre il deficit di «almeno lo 0,5% del Pil all'anno». Stando all'Fmi, il rapporto deficit/Pil si attesterà al 2,1% nel 2007 e al 2,3% il prossimo anno, mentre il debito/Pil il 105,3% e al 104,2% rispettivamente nel 2007 e nel 2008.

PIL AL RIBASSO - Il Pil italiano, si legge ancora nel World Economic Outlook, è stato rivisto al ribasso non solo nel 2007 (+1,7% contro +1,8%), ma anche per il 2008, che registra una riduzione più marcata pari allo 0,4% in meno, fino a quota +1,3%.

CRISI DEI MUTUI – E la crisi dei mutui subprime, partita in estate dagli Stati Uniti, promette di pesare parecchio sull'economia mondiale. Al punto che il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita globale del 2008, tagliandole dello 0,4% rispetto alle ipotesi di luglio, fino al 4,8%. La Cina continuerà a essere la locomotiva del mondo, come accade ormai da qualche anno. Mentre gli Usa (e di riflesso Eurolandia e Giappone) frenano. Il gigante asiatico farà segnare il maggior apporto in assoluto alla crescita globale. E sarà la prima volta nella storia che Pechino vestirà il ruolo di «maggior contributore» al Pil globale in termini di crescita. Secondo il lavoro dell’ufficio studi dell’Fmi, i Paesi emergenti, pur accusando qualche lieve colpo, bilanciano l'incertezza delle economie più sviluppate: Cina, India e Russia continueranno a pesare per il 50% nella crescita globale, come già fatto nell'ultimo anno.

BCE SIA PRONTA AD AGIRE - Il Fondo monetario internazionale promuove l'azione della Bce e rinnova l'invito a mantenere alta la vigilanza e a intervenire, se necessario con un taglio dei tassi d’interesse. La politica monetaria in Eurolandia, sottolinea l'Fmi nel World Economic Outolook, «può restare ferma nel breve periodo, come riflesso dei rischi al ribasso per la crescita e per l'inflazione a causa delle turbolenze dei mercati. Tuttavia, quando tali rischi verranno meno un'ulteriore stretta potrebbe essere necessaria». Nel caso in cui il rallentamento dell'economia si protragga più a lungo, «l'alleggerimento della stretta monetaria dovrà essere preso in considerazione». Soprattutto se l'Europa occidentale verrà colpita direttamente dal terremoto del settore dei mutui subprime Usa: in quel caso «l'impatto sulla domanda interna potrebbe rivelarsi più ampio» del previsto. E richiedere una politica monetaria espansiva.

EURO A FINE CORSA - Il dollaro, nonostante la debolezza contro le principali valute internazionali, è ancora sopravvalutato, mentre l'euro «è prossimo al punto di equilibrio» capace di riflettere i fondamentali dell'economia. Le valutazioni dell’Fmi, nel World economic outlook, lasciano supporre che il rafforzamento dell’euro sia giunto in dirittura d’arrivo.

PETROLIO - Le quotazioni del petrolio resteranno alte anche nel corso del 2008, almeno a giudizio dell’Fmi. La forte domanda di greggio, soprattutto da parte dei Paesi emergenti, manterrà i prezzi «sugli attuali livelli fino alla conclusione del 2008», con una possibilità su 6 che i prezzi superino nel periodo i 95 dollari.

CLIMA – Da Washington arrivano osservazioni anche sul clima: l’Fmi, a pochi giorni dall'assegnazione del Nobel per la Pace 2007 all'ex vicepresidente Usa Al Gore e al Comitato delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici (Ipcc), lancia l'allarme clima invitando tutte le nazioni a uno sforzo comune per risolvere l'effetto ferra e il surriscaldamento della Terra. «I cambiamenti climatici legati all'aumento della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera a causa delle attività umane - si legge nel World Economic Outlook - costituiscono una seria sfida per il benessere dell'umanità».

fonte: corriere.it

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