“La sfida che ci aspetta ora è quella di adottare misure di gestione utili alla conservazione di queste specie, sia su quelle spiagge usate anche se per sporadiche nidificazioni che su quelle potenzialmente importanti per la Caretta caretta” – commenta Massimiliano Rocco, responsabile Programma specie WWF Italia – “Le deposizioni rimangono in Italia un evento sporadico rispetto a quelle che si registrano in altre spiagge del Mediterraneo dove bisognerebbe intervenire per salvaguardare gli ultimi siti importanti, come le spiagge della Libia. A questo punto sarebbe auspicabile avviare un piano di monitoraggio nazionale delle nostre spiagge, per capire meglio le abitudini di questi animali e adottare strategie di conservazione sempre più efficaci”.
Il ruolo dei volontari del WWF è stato prezioso: assieme agli esperti dell’associazione e ai responsabili Oasi hanno lavorato in contatto con il network tartarughe che il WWF ha creato. Un network di 7 centri di recupero più altri gruppi di intervento lungo tutte le coste, da Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, fino alla Toscana, che lavorano in stretta collaborazione con associazioni e istituti per operare in maniera coordinata per conoscere e proteggere meglio questa specie. Le tartarughe continuano a essere una specie in declino e a rischio, soprattutto a causa del cosiddetto bycatch, cioè la cattura incidentale nelle reti o negli ami dei pescatori. E' necessario limitare l’impatto degli attrezzi da pesca su questi animali, vittime ogni anno a migliaia. "Con i pescatori stiamo collaborando, ma si sente la necessità di un programma quadro capillare di sensibilizzazione e coinvolgimento per raccogliere quelle informazioni utili per la migliore gestione e la conservazione su queste specie, una proposta che il WWF avanza da tempo ma che ancora non ha trovato risposta” – conclude Massimiliano Rocco –“ Oggi più che mai è fondamentale promuovere azioni di conservazione che coinvolgano le nostre marinerie. Un programma di lavoro che vorremmo sviluppare sempre di più in una stretta collaborazione con i Ministeri interessati e le associazioni di categoria”.
Per saperne di più sull'attività WWF per le tartarughe marine (galleria fotografica) >
fonte: wwf.it
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