martedì 2 ottobre 2007

L'AMBIENTE IN FINANZIARIA

Fondi per polmoni verdi, nuovi treni e metropolitane, attenzione per gli obiettivi di Kyoto. Il premier è soddisfatto. Ma su quanto sia "ecologista" la manovra 2008 non c'è unanimità.
Una manovra da 11 miliardi che il presidente del consiglio Prodi ha salutato con soddisfazione. La accompagna un decreto legge che distribuisce l'extragettito, cioè i 7,5 miliardi di maggiori entrate tributarie nette rispetto alle previsioni del Dpef 2008-2011 varato a giugno. Ma quanto è amico dell'ambiente il provvedimento varato dal consiglio dei ministri?A chi vanno i fondi. Il cosiddetto "tesoretto", circa 2,5 miliardi, va al finanziamento delle infrastrutture. Due miliardi vanno alle misure a sostegno dei ceti più deboli, un miliardo per interventi nel sociale, un altro miliardo per saldare il "debito" verso la cooperazione internazionale. Nel decreto poi ci sono 550 milioni per gli investimenti nell'edilizia residenziale e mezzo miliardo per gli anticipi dei contratti del pubblico impiego. Il provvedimento approvato dal governo venerdì sera alcune ore prima della legge Finanziaria, consta di 41 articoli ed ha efficacia da oggi. Ecco le previsioni in materia di ambiente e lotta ai cambiamenti climatici. Le opere pubbliche. Vengono finanziate una serie di infrastrutture: quelle previste dal contratto di programma Rfi (1.035 milioni), dal contratto di programma Anas (215 milioni), metropolitane di Roma (500 milioni), di Milano (150 milioni), di Napoli (150 milioni), Mose e salvaguardia di Venezia (210 milioni). Cento milioni vengono inoltre stanziati per il finanziamento di un piano alternativo di mobilità in coincidenza con l'apertura dei cantieri della Salerno-Reggio Calabria. Viene allargato il piano di finanziamento dell'Alta Velocità, finora limitato alla linea Torino-Milano-Napoli (incluse le tratte Milano-Genova, Milano-Verona e Verona-Padova). Altri 30 milioni andranno in Sicilia e in Calabria al potenziamento del trasporto merci marittimo da e per la Sicilia, per la realizzazione di interventi di adeguamento dei servizi nei porti calabresi e siciliani. Il giudizio di Realacci. Ma se il ministro dell'Ambiente promuove le «dieci buone notizie per l'ambiente» contenute nel provvedimento, il giudizio sull'efficacia degli interventi per la lotta alle alterazioni climatiche non è unanime. «È una manovra complessivamente equilibrata e positiva per il paese - ha commentato Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera - Va però decisamente rafforzato l'impegno per le misure e le politiche di sistema necessarie a contrastare i mutamenti climatici. È una richiesta che arriva con forza anche dal Parlamento, che nell'indagine sui mutamenti climatici realizzata dalla commissione Ambiente, indica con chiarezza quali sono le azioni da intraprendere da subito per combattere l'effetto serra». L'indagine, ha spiegato Realacci, per il quale c'è bisogno di migliorare il provvedimento in aula, indica misure facilmente attuabili senza particolari aggravi per le finanze dello Stato, che indirizzano le politiche a favore dell'innovazione, della ricerca e del cambio di prodotti. La reazione dei Verdi. Non si è fatta attendere la reazione Grazia Francescato, capogruppo dei Verdi in commissione Ambiente a Montecitorio. «Forse Realacci non ha ancora potuto leggere bene la Finanziaria, che contiene importanti misure per l'ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici. Gradiremmo un impegno più risoluto degli ecologisti del nascente Partito democratico per ampliare e rafforzare quanto il ministro dell'Ambiente e i Verdi sono riusciti ad ottenere nella manovra».Grazia Francescano rivendica l'importanza dello stanziamento di 150 milioni di euro in tre anni per i "polmoni verdi" nelle città e nelle aree delle cinture che consentiranno di piantare un milione di alberi, i 530 milioni di euro per le misure di adattamento e la lotta al dissesto idrogeologico, i 1.000 nuovi treni per i pendolari, i forti stanziamenti per le metropolitane di Roma, Napoli e Milano, la norma che prevede che i nuovi interventi pubblici devono essere per almeno il 40% accompagnati da un certificato che attesti la riduzione dei gas serra, per il rispetto del Protocollo di Kyoto. E conclude: «Sono misure importanti che sicuramente devono essere ampliate e migliorate in Parlamento».

fonte: ambiente.it

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