L'America Latina nella morsa del clima

L'Amazzonia nella morsa delle emissioni di anidride carbonica, in Ecuador ghiacciai in arretramento, la neve a Buenos Aires dopo 89 anni. Un rapporto pubblicato da vari giornali/ Gore: «Non mi ricandido»

L'Amazzonia nella morsa delle emissioni di anidride carbonica, l'Ecuador che vede sciogliersi molti ghiacciai, l'ecosistema dei "manglares" messicani che scompare, la neve che cade, dopo 89 anni, a Buenos Aires: in America Latina i cambiamenti climatici sono all'ordine del giorno, e le notizie provenienti un po' da tutto il continente sono preoccupanti. A sottolinearlo sono i risultati di un rapporto pubblicato in contemporanea da alcuni dei principali quotidiani del continente. «L'Argentina, dalla siccità alle inondazioni» sottolinea per esempio il quotidiano La Nacion, in una lunga analisi che rileva come la schizofrenia sia una delle caratteristiche dei cambi climatici in America Latina. «Il regredire dei ghiacciai va di pari passo all'aumento delle precipitazioni in molte regioni del paese», afferma il giornale, rilevando inoltre che «la presenza delle piogge in nuove aree sta spostando la frontiera agricola dell'Argentina». Sotto la lente degli esperti ci sono per esempio «40 ghiacciai della Patagonia: il Frias ha raggiunto la sua massima estensione tra il 1640 e il 1660 durante quello che gli esperti chiamano “la piccola età del ghiaccio”, mentre dopo l'inizio del riscaldamento climatico, sta velocemente regredendo, passando dai -7 metri anno tra il 1910 e il 1940 ai -36 metri anno nel decennio 1976-86». Ancora più allarmanti i dati dell'Ecuador, dove «i grandi ghiacciai vulcanici si sono ridotti del 27,8% negli ultimi anni, processo che è osservabile a vista d'occhio: in alcuni dei numerosi ghiacciai del paese, per poter trovare la neve bisogna salire 200 metri più di quanto si faceva dieci anni fa». I contraccolpi dello scombussolamento climatico si fanno ovviamente sentire anche sulla fauna, per esempio gli anfibi: «una tipica rana delle valli andine chiamata "jambato" è di fatto scomparsa», segnala uno degli esperti consultati, che tengono sott'occhio soprattutto quanto accade in Amazzonia. «Se l'emissione di anidride carbonica si mantiene ai livelli attuali, nell'Amazzonia la temperatura potrebbe aumentare fino ad un 8%, e a partire dal 2050 il centro della selva potrebbe diventare una specie di gigantesca “coperta” che spaccherà la foresta in due parti», sottolinea uno studio del ministero dell'ambiente di Brasilia. I dati sono molto preoccupanti anche per quel che riguarda il livello del mare, «che tende a crescere di 40 centimetri ogni 100 anni», rilevano gli esperti, ricordando inoltre che tale fenomeno potrebbe in modi diversi "colpire circa 42 milioni di brasiliani che vivono sulle coste". E per il paese più grande dell'America Latina c'è un altro dato particolarmente inquietante: «tra il 1961 e il 1990, in Brasile la temperatura media è stata di 25 gradi, dato che verso la fine del secolo potrebbe salire fino ai 29,9 gradi». Dal Brasile al Messico: «in questo paese – concludono gli esperti – è scomparso il 35% dei “manglares”, formazioni vegetali sottoforma di estesi boschi acquatici, che hanno tra l'altro un ruolo chiave per proteggere le popolazioni delle coste dagli uragani e le inondazioni», ricorda l'Istituto messicano di ecologia. Tornando all'Argentina, nessuno ha da queste parti dimenticato un dato che è tra gli eventi climatici più commentati dell'anno in America Latina: lo scorso 10 luglio è nevicato a Buenos Aires; non capitava dal 22 giugno 1918. fonte: lanuovaecologia.it