giovedì 11 ottobre 2007

Sconti fiscali per 18 milioni di famiglie

L’Istat promuove la Finanziaria, in grado, sostiene l’istituto nazionale di statistica, di alleviare «l’intensità della povertà» in maniera marcata. Secondo il presidente dell’Istat, Luigi Biggeri, in audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, gli sconti fiscali previsti dalla manovra approvata dall’esecutivo (bonus incapienti, sgravi Ici e detrazione affitti) interesseranno nel complesso 18 milioni di famiglie.

BONUS INCAPIENTI – In particolare, ha detto Biggeri, il «bonus incapienti» previsto dalla manovra 2008 produrrà una «marcata riduzione dell’intensità di povertà». Con il taglio dell’Ici, le detrazioni per gli affittuari e il bonus, ha spiegato, "in termini distributivi si ridurrebbero gli indici di disuguaglianza di circa 2-3 decimi di punto percentuale. Tuttavia, a differenza di precedenti interventi di riduzione delle situazioni di disagio, si avrebbe una marcata riduzione dell’intensità di povertà (pari a quasi 1 punto percentuale), grazie al rimborso forfettario alle famiglie che non pagano l’Irpef”. Anche se, ha precisato, allo stato attuale, “questo intervento ha natura temporanea".

REDDITO MEDIO IN AUMENTO - Le misure fiscali contenute nella manovra (bonus incapienti, sgravi Ici e detrazioni affitti) «farebbero aumentare in media di 155 euro il reddito disponibile familiare (+0,5%)», secondo i calcoli dell'Istat citati da Biggeri. Il guadagno medio delle misure fiscali, considerate nel loro complesso, «varia da 524 euro per quelle più povere a circa 100 euro per quelle più ricche». Secondo le simulazioni dell'Istat, «l'aumento più consistente andrebbe alle famiglie con più di 4 componenti e ai nuclei con persona di riferimento operaio (rispettivamente 413 e 223 euro in media); all'opposto le famiglie con uno o due componenti e con persona di riferimento anziana o pensionata riceverebbero guadagni relativamente ridotti (tra 85 e 119 euro)».

BAMBOCCIONI ANCORA A CASA – Eppure, malgrado le misure per le fasce di reddito più basse, i «bamboccioni», secondo l’ormai celebre definizione del ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, resteranno probabilmente a casa con mamma e papà. Per il 70% dei giovani che vive con i genitori la manovra potrebbe non bastare: il reddito degli under 3o resterà ancora «troppo basso», ha rilevato il presidente dell’Istat, per non dire del peso di affitti che appaiono esorbitanti, almeno in rapporto al reddito. Per Biggeri, «l’uscita dalla casa dei genitori potrebbe esser ostacolata dai livelli di reddito che, in oltre i due terzi dei casi, non superano i 1.000 euro mensili, e in quasi un terzo non raggiunge i 500 euro». Nel 2005 - ha spiegato Biggeri - in Italia i giovani di età compresa tra i 20 e i 30 anni sono pari a circa 8 milioni di individui. Tra questi, solo 2,432 milioni (30,3%) sono già usciti dalla casa dei genitori, andando a costituire un complesso di circa 1,9 milioni di famiglie». Si rileva, ha aggiunto il presidente dell’Istat, «che ben il 32,4% delle famiglie con persona di riferimento sotto i 30 anni vive in affitto, contro un valore medio nazionale del 18,4%, e che l’abitazione incide per quasi un terzo sulla spesa mensile di queste famiglie, con valori particolarmente elevati nelle aree metropolitane. Infine - ha concluso - si osserva che circa 2,9 milioni di giovani tra i 20 e i 30 anni vivono ancora nella famiglia d’origine, pur avendo un occupazione».

SEMPLIFICAZIONE FISCALE PER LE IMPRESE - La semplificazione fiscale per le imprese coinvolge «circa 650 mila contribuenti, il 15% delle imprese attive e un quarto degli imprenditori individuali, professionisti e autonomi», ha detto inoltre il presidente dell'istat. Incidenze superiori alla media per costruzioni (28,1%), professionisti (31,2%) e servizi sociali (34,5%); bene anche per il commercio al dettaglio: poco meno del 40% di questi soggetti si trova nel Mezzogiorno.

fonte: corriere.it

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