"No al petrolio nella Brianza lecchese". È durissima la reazione della Lega Nord - dal viceministro Roberto Castelli fino all'ultimo consigliere comunale - dopo l'annuncio che il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola sta valutando la domanda di un'azienda australiana al fine di effettuare perforazioni nel parco del Curone (Lecco). L'eventuale via libera ha già scatenato la violenta reazione delle forze politiche locali. In fermento anche gli amministratori locali dei paesi di quei 31 chilometri quadrati dove la compagnia petrolifera australiana intende cercare il petrolio.
Tutti contrari a snaturare un angolo di bellezza costruito in tanti anni come il parco del Curone. Il neoministro Michela Brambilla getta acqua sul fuoco: "Non è stata presa alcuna decisione definitiva. Allo stato non sono attivi né sono stati concessi permessi per la ricerca di idrocarburi", fa sapere. E anche la società in questione, la "Po Valley Operation" interviene a precisare: "Non abbiamo ottenuto alcun via libera. Da parte della nostra società c'è la massima disponibilità ad aprire un dibattito franco e tecnico con gli enti coinvolti".
Anche il coordinamento provinciale di Legambiente si è subito attivato per scongiurare l'arrivo delle trivelle in un’area inserita nel
Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone. "Oltre alla disapprovazione legata alla grande rilevanza ambientale e paesaggistica dell’area scelta - spiegano gli ambientalisti locali - riteniamo particolarmente grave il metodo di lavoro praticato da questo Governo che, contrariamente agli annunci, mette le mani sul territorio contro il territorio, incurante delle opinioni e delle decisioni delle amministrazioni locali, che hanno deciso di preservare uno dei pochi spazi rimasti verdi in una zona già pesantemente colpita dal consumo di suolo e di investire a favore di uno sviluppo sostenibile".
"La notizia secondo cui il Ministero delle Attività produttive avrebbe consentito ad una azienda australiana di effettuare perforazioni nel Parco è ancora da verificare e in questo senso intendo chiedere informazioni ufficiali al Ministro Scajola" ha replicato in una nota il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Roberto Castelli. "Nel caso in cui questa notizia venisse confermata - spiega il senatore leghista - va da sé che tutta la Lega sarebbe fortissimamente contraria. Il Parco del Curone è un ambiente incontaminato, all'interno del quale gli abitanti non sono nemmeno liberi di scegliere le piante per il giardino della propria abitazione, perché soggetti alle scelte del Parco. E' chiaro che queste trivellazioni sarebbero del tutto incompatibili con la bellezza del paesaggio". "Se invece si volesse trivellare in aree a forte industrializzazione - conclude il viceministro - come purtroppo sono alcune aree della Brianza lecchese, nulla quaestio".
Ma Legambiente tiene alta la guardia. "Metteremo a disposizione del territorio tutte le nostre forze e i nostri mezzi per contrastare questo progetto - concludono gli attivisti di Legambiente - per sollecitare interventi politici, ma anche per favorire una forte mobilitazione civile e popolare, anche attraverso il nostro
blog. l' auspicio è che, come accaduto in passato per i progetti del pozzo di Paderno e Rovagnate, anche in quest’occasione possa prevalere il buon senso sull’assurdità".
fonte: lanuovaecologia.it
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