martedì 5 maggio 2009

Elettrosmog, a Niscemi arriva il Muos Il paese si mobilita contro le antenne

IL PROGETTO. Uno straordinario contesto naturalistico ad alto rischio di inquinamento elettromagnetico. Il progetto del governo statunitense di installare una stazione Muos (Mobile User Objective System) proprio lì, a circa due chilometri dal centro di Niscemi. E i timori della popolazione sui rischi per la salute e la presenza, nello stesso sito, di una base Nato con ben 41 antenne installate da quasi vent’anni. Un mix di fattori che ha spinto la popolazione del comune nisseno a scendere in piazza contro l'arrivo di ulteriori fonti di inquinamento. «Stiamo parlando di un cittadina che fa parte un’area a rischio ambientale: il triangolo Gela, Butera, Niscemi - spiega il direttore dell’Arpa regionale, Sergio Marino -. La popolazione è già molto provata per la presenza nel territorio di una raffineria a cui si aggiunge l’inquinamento elettromagnetico prodotto dalle antenne della Nato già presenti nella zona».

RASSICURAZIONI USA. In virtù del segreto militare, fino alla sua eventuale installazione non è dato sapere quale sarà l’impatto del Muos, ma già ora sulla potenza e sui rischi delle 41 antenne esistenti i pareri sono discordanti. Secondo il console generale Usa in Italia, J. Patrick Truhn, incaricato dal governo americano di mettere a disposizione della Regione Siciliana tutta la documentazione richiesta dai tecnici dell’Arpa, «le misurazioni effettuate nel sito confermano che le emissioni in radiofrequenza sono e rimarranno entro i limiti fissati dalla normativa italiana anche dopo l’installazione del Muos e il sistema di telecomunicazioni rispetterà anche i più cautelativi limiti futuri raccomandati dalla Commissione Europea sul Rapporto Bioiniziative».

I DATI ARPA. L’Arpa Sicilia invece parla di valori di attenzione. «In una delle quattro centraline installate in contrada Ulmo - si legge in una nota del Comune di Niscemi riguardante il monitoraggio delle 41 antenne e confermata dallo stesso direttore dell’Arpa - si ha una media di esposizione di circa 5.9 V/mt (volt/metro), mentre il valore di rischio è pari a 6V/mt, con dei picchi settimanali di superamento; la seconda centralina ha registrato invece i valori medi di 4 V/mt con picchi di superamento occasionali; mentre le altre due centraline presentano dei valori medi di 1-2 V/mt con picchi preoccupanti». Su tale discordanza il comitato “No-Muos” e l’amministrazione di Niscemi hanno chiesto al governo Usa un ulteriore rilevamento da parte di una commissione con tecnici nominati dal Comune.

LA STORIA. La storia del Muos di Niscemi ebbe inizio "sottobanco" nel 2001, quando venne approvato il progetto, poi ratificato tra il governo italiano e quello statunitense nel 2006. Ma a Niscemi la notizia di un nuovo impianto di questo tipo è giunta solo nel maggio del 2008.Popolazione e istituzioni locali si sono subitomobilitate, con manifestazioni, convegni e atti amministrativi volti a impedire la realizzazione del sofisticato sistema di comunicazione satellitare ad altissima frequenza (Uhf) delle forze armate Usa. Il Muos integrerà comandi, centri di intelligence, radar, cacciabombardieri, missili da crociera e velivoli senza pilota. In tutto il mondo esistono solo altre tre stazioni Muos: in Virginia, alle isole Hawaii e in Australia.

LA BASE NATO. In contrada Ulmo attualmente esiste una riserva naturale (Sughereta) e un Sito di interesse comunitario (Sic). Le 41 antenne già presenti nello stesso sito dal 1991 fanno parte di una base Nato per la trasmissione di onde ad alta e bassa frequenza. Oggi il centro di telecomunicazione è sotto il controllo della Us Naval Computer and Telecomunication Station Sicily, che ha sede nella base americana di Sigonella. Da quanto si apprende dal Comune «i sistemi di telecomunicazione installati a Niscemi sono stati inseriti nel cosiddetto “Minimum Essential Emergency Communication Network”, il sistema concepito dagli Stati Uniti per sopravvivere a un attacco ed esercitare il controllo sulle opzioni nucleari strategiche».

I TIMORI. Gli abitanti di Niscemi temono soprattutto le conseguenze che un impianto di questa natura possa avere sulla salute umana. Rischi e paure di cui si è discusso il mese scorso a un convegno che ha visto tra i partecipanti Margherita Ferrante, docente di Igiene e sanità pubblica dell’Università di Catania, Filippo Falciglia, della Facoltà di ingegneria di Catania, Livio Giuliani dell’Istituto Superiore prevenzione e sicurezza del lavoro, e il direttore generale dell’Arpa Sicilia, Marino.

IL SINDACO. «I dati prodotti dall’Arpa - spiega il primo cittadino Giovanni Di Martino, chiedendo risposte più concrete e ulteriori monitoraggi a tutela del territorio e della salute dei cittadini - mostrano chiaramente che anche senza l’antenna Muos c’è la presenza di un preoccupante stato di inquinamento elettromagnetico che tocca i centri abitati della zona. Abbiamo scritto più volte al Departement of the Navy a Napoli e al 41/mo Stormo US Navy di Sigonella perché fosse consentito l’accesso ai luoghi al personale tecnico incaricato dal Comune di Niscemi, al fine di riesaminare il nulla osta. Per ora non ci hanno risposto». Intanto, in attesa della risposta da parte degli Usa, Niscemi non si arrende e continua la sua battaglia. Una nuova manifestazione contro l’installazione della stazione Mous si sta già organizzando per la seconda metà di maggio.

fonte: lanuovaecologia.it

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