martedì 5 maggio 2009

Clima, accordo Ue-Giappone Ma l'Australia frena sui tagli

L'ACCORDO. L'Unione Europea e il Giappone collaboreranno alla stesura di un nuovo accordo internazionale in materia di riduzione delle emissioni di gas climalteranti, che quest'anno a Copenaghen dovrà sostituire il protocollo di Kyoto sul clima. Lo hanno concordato in un incontro a Praga il presidente della Commissione europea José Barroso, il premier giapponese Taro Aso e il presidente ceco Vaclav Klaus. Secondo Klaus, i colloqui tra Ue e Giappone sul clima sono stati incentrati soprattutto sulle nuove tecnologie di risparmio energetico.

L'ECOSCETTICO. "D'accordo con la necessità di uno sfruttamento più efficiente delle fonti di energia, no invece sul divieto dello sfruttamento di alcuni tipi di energia", ha detto Klaus, che contesta le teorie sul riscaldamento globale e l'ipotesi che esso sia conseguenza alle attività umane. L'attuale protocollo sulla riduzione delle emissioni fu firmato a Kyoto in Giappone l'11 dicembre 1997 da più di 160 paesi, tranne gli Usa. È entrato in vigore il 16 febbraio 2005, con la ratifica della Russia. Il nuovo trattato in via di preparazione - si spera di giungere a un accordo in occasione del summit di dicembre a Copenaghen - dovrebbe entrare in vigore nel 2012.

STOP AUSTRALIANO. Intanto il governo laburista australiano ha rinviato di un anno, fino al 2011, l'annunciato schema di scambio di quote di emissioni, a causa del rallentamento dell'economia e per non danneggiare le imprese. Nel tentativo di smorzare l'opposizione dei Verdi, saranno stabiliti tagli più drastici alle emissioni quando la legge sarà presentata in giugno al Senato, dove il governo è in minoranza. Lo schema, sul modello europeo, doveva iniziare in luglio 2010 con un target di riduzione delle emissioni, sui livelli del 2000, fra il 5% e il 15% per il 2020 e del 60% per il 2050. Il target del 15% si sarebbe applicato solo dopo un accordo globale, che impegni i paesi sviluppati a riduzioni equivalenti.

VERDI PERPLESSI. "La grave recessione mondiale ci impone di adattare le misure contro il cambiamento climatico ma non di abbandonarle", ha detto Rudd. Secondo il piano modificato, l'Australia adotterà tagli più profondi alle emissioni se l'Onu raggiungerà un nuovo patto globale di riduzione nel vertice di dicembre a Copenaghen". I Verdi, che finora hanno chiesto una riduzione del 40% entro il 2020, indicano di poter accettare un target del 25%, ma continuano ad esprimere perplessità su aspetti dello schema che favorirebbero troppo le industrie più inquinanti.

fonte: lanuovaecologia.it

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