mercoledì 6 maggio 2009

Esercizi di futuro: tra edifici commestibili e case serpente

Cosa verrebbe fuori se una testata giornalistica chiedesse ad alcuni architetti di provare a disegnare la “casa del futuro” secondo i canoni dell’efficienza energetica e dell’eco-sostenibilità, ma senza alcun vincolo economico o estetico? E’ quello che ha fatto il Wall Street Journal convincendo quattro nomi noti a immaginare, a livello abitativo, cosa la tecnologia potrebbe rendere possibile nei prossimi decenni per risolvere il puzzle energetico. Ecco allora uscire dalla matita degli architetti californiani di Rios Clementi Hale Studios la “Incredible Edible House”, letteralmente l’incredibile casa commestibile, una via di mezzo tra vertical farm e edilizia prefabbricata all’insegna dell’autosufficienza. Il progetto, ovviamente ancora su carta, prevede la realizzazione di un blocco abitativo compatto ottenuto dall’incastro di tre container, uno sopra l’altro, per ridurre i consumi energetici. Una”pelle idroponica” riveste il lato nord della struttura: si tratta di un giardino verticale dove accogliere culture alimentari differenti, dai pomodori al tea verde, e che faccia nel medesimo tempo da fonte di auto sostegno per gli abitanti che da isolante naturale per la casa. Sul tetto dell’edificio un serbatoio destinato alla raccolta dell’acqua piovana, turbine eoliche ad asse verticale e tende fotovoltaiche per coprire invece il fabbisogno elettrico.

Interessante anche la casa ‘rettile’ pensata da Cook + Fox, che prende invece spunto dalla pelle dei serpenti e lucertole e dalla loro capacità di reagire alle diverse condizioni atmosferiche per garantire la sopravvivenza all’animale stesso. Seguendo i canoni della biomimesi gli architetti newyorkesi hanno immaginato delle pareti esterne fotoreattive in grado di modificarsi a seconda del tempo meteorologico scurendosi o schiarendosi per modulare la luce e il calore in entrata. Le pareti avrebbero anche la capacità di catturare pioggia e condensa per soddisfare le esigenze idriche abitative. All’interno muri e mobili non fissi, per poter a loro volta modulare gli spazi interni secondo le esigenze e ridurre, ad esempio, durante il giorno gli spazi dedicati alla notte. Che dire, solo esercizi di futuro?
I progetti sono visionabili sul sito del Wall Street Journal

fonte: rinnovabili.it

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