Francesca Petrini titolare dell'omonima azienda nelle Marche, specializzata nella produzione di olio extra vergine di oliva da agricoltura biologica e che ha appena festeggiato il ventennale della azienda di famiglia.
Francesca, esiste un bilancio al femminile dopo venti anni di impresa agro-alimentare?
Ne faccio uno almeno ogni giorno perché ogni giorno cerco di piantare un seme nella speranza e con la volontà di arrivare ad un frutto sempre migliore.Credo nelle cose che si maturano lentamente, secondo i ritmi della natura, perché danno i risultati migliori e più duraturi come è questo ventennale, frutto di un passato, carico al tempo stesso di un presente e un futuro.Il passato rappresenta le mie radici, la mia famiglia, gli ideali mai traditi, l'esperienza maturata, la qualità raggiunta nel corso degli anni e poi i tanti riconoscimenti.Il presente è il momento che stiamo vivendo, non facile, cruciale ma sicuramente foriero di stimoli che sta a noi cogliere e sviluppare. Il presente rappresenta anche una raccolta di frutti da semi piantati qualche anno fa, come è successo al nostro Petrini PLUS®, l'extravergine vitaminizzato con D3,K1 e B6 (brevetto internazionale) meglio conosciuto come olio anti osteoporosi che posso tranquillamente collocare in bilancio alla voce dell'attivo in quanto facente ormai parte del patrimonio immateriale (know-how,brevetto e ricerca) aziendale.Questo innovativo prodotto che sta già dando incredibili e tante inaspettate soddisfazioni, è il frutto di una ricerca nutrizionale condotta con l'Istituto di Vitaminologia dell'Università di Bologna e la facoltà di Medicina dell'Università Politecnica delle Marche.Il Petrini Plus® insieme ad altre iniziative che per ora coltivo in segreto sono infine il mio futuro, un'epoca non meglio precisata temporalmente ma che colleziona già numerose aspettative e tanti sogni...tutti ben conservati e conditi con olio d'oliva!
Cosa ha significato e cosa significa per l'azienda Petrini l'innovazione?
Significa moltissimo.Non ci sarebbe un presente, questo presente, senza aver innovato precedentemente.Nel mio e nostro caso, l'innovazione ha comportato grandi cambiamenti, seppure graduali, sia a livello agronomico che nutrizionale.Ad esempio aver scelto il metodo dell'agricoltura biologica in tempi "non sospetti", nel 1989, quando nessuno ci credeva né tantomeno ti incoraggiava a proseguire su quella strada, oltre che aver rappresentato una sfida, è stato sicuramente l'inizio di un vero e lungimirante processo di innovazione.Dietro all'innovazione c'è sempre un "vedere oltre", al di là del presente per cogliere in anticipo le tendenze e le nuove esigenze.Il mondo cambia inevitabilmente e sta a noi cercare di cavalcare l'onda del nuovo.Sono poi arrivate le prime selezioni varietali nel 1990 con l'isolamento, il primo, della cultivar "raggia" tipica della nostra zona, tanto amata oggi per la sua fresca fragranza con sentori di mandorla. Il Petrini Plus®, già citato, è stato altrettanto un esempio, per noi consistente, di un processo di innovazione a tutto campo nel senso di rappresentare un prodotto, nello specifico un olio, in grado di contribuire fattivamente alla salute umana garantendo l'assorbimento e la fissazione del calcio nelle ossa (effetto dimostrato clinicamente).Unico nel suo genere essendo tutelato da un brevetto internazionale, questo olio specifico permette di poter anche esplorare, a livello commerciale, il canale della distribuzione farmaceutica per giungere sui banconi dei farmacisti che puntualmente ne ricevono le prescrizioni da parte di medici specializzati in reumatologia, geriatria e pediatria.
I tuoi progetti per il futuro?
Continuare sulla strada della qualità rimarrà sempre una priorità che confermo anche come progetto per il futuro.Fare la qualità vuol dire innanzitutto e sempre più oggi come oggi produrre in modo onesto senza sofisticazioni, senza chimica, senza l'aggiunta di coloranti, avendo cura di ogni fase della lavorazione , dalla raccolta al prodotto finito, passando per il frantoio.Se mancasse il controllo anche solo di una fase,sarebbe molto difficile fare un prodotto di qualità e quindi dare garanzie.Il "terroir" o meglio la costruzione della carta d'identità dell'olio rappresenta un altro obiettivo e quindi un secondo progetto che si concluderà tra un paio d'anni e che porterà ad una maggiore caratterizzazione del luogo di produzione e coltivazione.Infine lo sviluppo di nuovi prodotti, come è stato per il Petrini Plus®, rappresenta un terzo obiettivo di lungo periodo che culminerà con un ampliamento di gamma prodotti Petrini.
Loretta Di Simone, titolare trentenne dell' Az. Agr. La Turchina a Tarquinia in provincia di Viterbo, azienda del Lazio che ha le sue origine alla fine del 1800. L'azienda è specializzata nella produzione di legumi e cereali, improntata soprattutto al recupero degli antichi cereali del territorio come il farro e il Senatore Cappelli con i quali vengono prodotte le farine e le paste aziendali.
Nel 2008 Loretta ha ricevuto il premio "Giovane agricoltore europeo più innovativo" dal commissario europeo all'Agricoltura e allo sviluppo rurale Mariann Fischer Boel per la sua capacità di aver recuperato la tradizione facendola diventare innovazione
Loretta, da quando ti occupi da agricoltura?
Diciamo dalla culla, anzi dalla pancia di mia madre, poiché nasco da due famiglie di agricoltori, sia da parte di padre che di madre. Comunque, collaboro nell'azienda da 10 anni, da tre sono assorbita a tempo pieno insieme con mia sorella Maria Lorenza, avendo creato con lei il nuovo ramo aziendale dei prodotti trasformati e da 18 mesi siamo entrambe divenute titolari delle nostre aziende, "la Turchina" e "la Viola", essendo subentrate ai nostri genitori.
Un bilancio al femminile nell' esperienza di impresa agro-alimentare?
L'agricoltura è un settore complesso, non facile, specialmente per una donna, che ogni giorno si trova immersa in un mondo storicamente maschile, che fatica a dare credibilità alle capacità di noi donne. Il punto però è proprio questo: l'imprenditrice agricola stupisce tutti, anche gli uomini, perché riesce a fare bene il suo lavoro con una preparazione, una forza ed una passione infinite. Tutto ciò perché a mio avviso l'agricoltura, ed in particolare l'agro-alimentare, rappresentano per noi donne uno di quei pochi ambienti in cui si riesce veramente ad esprimere se stesse con ampia libertà, permettendoci di conciliare famiglia e lavoro in un modo discretamente sereno.
Scegliere poi di fare agricoltura biologica secondo me è la cosa più naturale del mondo per una donna: la donna è madre ed anche la terra lo è, e lo è di tutti noi; perciò il rispetto dell'ambiente, della natura e dei suoi normali cicli, il rispetto per la terra non sono altro che il rispetto per i propri figli e il loro benessere fisico. Ed è altresì naturale che una donna decida di "creare" del cibo: così, da imprenditrici agricole, io e mia sorella siamo diventate imprenditrici agroalimentari, volendo seguire i nostri prodotti dalla terra alla tavola, controllando minuziosamente tutte le fasi del processo produttivo. Insieme con mia sorella Maria Lorenza abbiamo intrapreso un percorso complesso, che però ogni giorno, passo dopo passo, ci regala emozionanti soddisfazioni, anche nei confronti dei nostri "colleghi" uomini...
Certo, siamo supportate da tutta la famiglia, specialmente dalla nostra mamma, che è stata una pioniera dell'imprenditoria agricola femminile, che ci ha trasmesso insieme a nostro padre l'amore per la terra, l'onestà e il senso del dovere che caratterizzano il nostro lavoro.
L'agricoltura è il nostro mondo ed io sono orgogliosa di appartenervi; e sono stata onorata di ricevere il riconoscimento come Giovane Agricoltore Europeo più Innovativo, perché ha significato veramente tanto: innanzi tutto mi ha dato la conferma che il percorso intrapreso era quello giusto; poi ha veramente aperto la strada a noi donne in agricoltura, perché è la prima volta che un premio così rilevante è stato assegnato ad una donna, perciò sono felice di aver contribuito con la mia esperienza a dare più lustro alla nostra categoria che in questi anni nel nostro settore è rimasta un po' in ombra.
Cosa ha significato e cosa significa per l'azienda La Turchina l'innovazione?
L'innovazione è il cuore pulsante di ogni attività imprenditoriale: senza di essa non si può progredire e si rischia di rimanere tagliati fuori dal mercato. E' per questo che bisogna costantemente cercare di trovare quel quid in più, che ti permette di affrontare i cambiamenti del mercato rimanendo competitivi in esso. Ciò vuol dire studiare molto, aggiornarsi, essere curiosi, seguire le novità tecnologiche e investire, il tutto non senza sacrifici.
Nella nostra azienda siamo sempre stati attenti al futuro, proiettandoci in avanti: un mio prozio, agli inizi del ‘900, decise di acquistare 130 arieti merinos dall'Argentina per farli incrociare con le nostre pecore di razza sopravissana in modo tale da ottenere capi più alti, che meglio si adattavano alle condizioni ambientali in cui vivevano; all'epoca rischiò, perché gli arieti argentini impiegarono tre mesi ad arrivare, ne morirono27 in viaggio, ma alla fine ebbe ragione, perché l'allevamento migliorò in termini di minore mortalità e in termini di maggiore valore economico.
Ancora, 15 o 10 anni fa, fare agricoltura biologica rappresentava un'innovazione: eppure abbiamo scelto di farla perché abbiamo creduto fosse una scelta vincente, e così è stato.
Oggi, io e mia sorella abbiamo scommesso sulla tradizione, gli antichi semi del farro e del grano duro Senatore Cappelli, facendola diventare innovazione, utilizzando cioè macchinari all'avanguardia per la loro coltivazione, trasformandoli in specialità e vendendoli soprattutto attraverso il nostro sito Internet, creando un nuovo ramo d'azienda e ritagliandoci una nostra particolare fetta di mercato.
Permettendomi un aneddoto, concluderei dicendo che il mio nome, Loretta, vuol dire "colei che avanza verso il futuro", perciò come potrei rinnegare la mia natura e non credere nell'innovazione?
I tuoi progetti per il futuro?
Stiamo già costruendo il nostro futuro: a "la Turchina" abbiamo da poco inaugurato il punto vendita aziendale, che sarà anche il nostro punto di riferimento per la didattica che attiveremo il prossimo anno e stiamo incrementando il nostro allevamento di asini amiatini; a "la Viola" mia sorella ha realizzato un laboratorio per il confezionamento dell'olio extravergine di oliva e un laboratorio per il confezionamento dei cereali e legumi aziendali, lanciando sul mercato una nuova farina, una miscela di farro Spelta e farro Dicocco, che siamo certe sarà apprezzata da tutte le donne che amano la cucina.
Abbiamo poi in programma di acquistare nuovi macchinari per migliorare i processi di coltivazione dei nostri cereali.
Insomma, stiamo investendo nel nostro futuro con l'entusiasmo tipico dei giovani, cercando di trovare nuovi prodotti e processi che ci permettano di sopravvivere nel mondo dell'agricoltura; certo è che in questa particolare congiuntura economica, nonostante i nostri piccoli successi, la nostra attività è economicamente sostenibile perché esistono i premi Pac, che diventano indispensabili in un momento in cui la volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli la fa da padrone, ma questa è un'altra storia...
Noi manteniamo l'ottimismo che ci ha fatto arrivare fino a qui e andiamo avanti a denti stretti con le nostre aziende agricole al femminile...naturalmente bio!
Aziza Majdoubi Ellouze titolare dell'azienda Azza Biolives & Legumes, è un' imprenditrice tunisina che produce olive e legumi a Bizerte in Tunisia.
Aziza da quando hai iniziato ad occuparti di agricoltura?
Ho iniziato a lavorare nel settore dell'agricoltura 15 anni fa, perché sono di una famiglia di agricoltori del nord della Tunisia e sono stata sempre appassionata della vita di campagna. Dopo avere passato la mia gioventu in città con i miei genitori che si sono trasferiti a Tunisi per migliorare la loro condizione di vita ho decisio con mio marito di ritornare a Ghezala (nel nord della Tunisia), per avviare una azienda che si occupa della preparazione delle olive e di conserve d'ortaggi.
Un bilancio al femminile nell' esperienza di impresa: cosa significa essere donne nel mondo dell'agricoltura?
Il settore dell'agricoltura e dell'agroalimentare in Tunisia è un settore difficile, poche sono le donne che hanno aziende agricole e agroalimentare proprie e spesso lavorano come operai.
Come donna ho trovato grande difficoltà perché il settore non è molto organizzato in Tunisia e ci sono tante difficoltà, nella commercializzazione dei prodotti agricoli, e come donna questa difficoltà è maggiore nella relazione con i clienti, però con la mia determinazione e la mia volontà ho potuto impormi, ed ho guadagnato la fiducia dei miei clienti e fornitori.
Credo che le donne possano avere un ruolo piu importante e possono contribuire al sviluppo del settore agricolo nel loro paese.
Cosa ha significato e cosa significa per la tua azienda l'innovazione?
L'innovazione è un concetto importantissimo per la nostra azienda, abbiamo cercato sin dall' inizio della nostra attività di essere all' avanguardia per quanto riguarda la tecnologia e la qualità, abbiamo investito nelle infrastrutture e nei mezzi di produzione e nelle risorse umane per avere un prodotto di qualità. Ci teniamo sempre aggiornati sulle novità del nostro settore e cerchiamo di implementare nuove tecniche per migliorare il nostro prodotto.
Abbiamo anche dato una rilevante importanza alle norme nazionale e internazionale per l'igiene, la qualità e l'ambiente.
Abbiamo puntato sull' innovazione, scegliendo di fare prodotti di alto valore aggiunto e per questo abbiamo certificato la nostra azienda secondo il regolamento dell'agricoltura biologica, in quanto crediamo che il biologico è settore promettente per un futuro piano di sviluppo delle nostre attività.
I tuoi progetti per il futuro?
Stiamo cercando di incrementare la nostra capacità produttiva, di certificare la nostra azienda secondo le norme di qualità ISO e di migliorare l'imballaggio del prodotto finito per poter aumentare le nostre esportazione al estero.
fonte: greenplanet.net
Nessun commento:
Posta un commento