giovedì 15 ottobre 2009

Navi geostazionarie in cerca dei veleni inabissati con i cargo nel mare di Calabria

C'è voluto del tempo, ma adesso pare proprio che il Governo abbia deciso di intervenire, quanto meno per capire cosa si nasconda davvero sul fondo del mare di Calabria dove, secondo alcune inchieste giudiziarie che avanzano faticosamente, ci sarebbero tonnellate di residui tossici e radiattivi affondati assieme alle navi che li trasportavano.

La prossima settimana la nave geostazionaria Ocean sarà inviata a largo di Cetraro (Cosenza) per effettuare un'ispezione sul relitto della nave immersa a 470 metri metri di profondità, a 11 miglia dalla costa, con il suo carico di veleni. Saranno ispezionati i sedimenti attorno al relitto e le alghe che si saranno formate attorno. Gli accertamebnti dureranno almeno 45-50 giorni.

E' quanto si appreso al termine di un incontro avvenuto al ministero dell'Ambiente, con il sottosegretario Roberto Menia, che accolto l'appello di 33 sindaci del Cosentino, preoccupati per la situazione, che sta mettendo in crisi l'intera economia della zona.

All'incontro erano presenti Giuseppe Scopellitti, coordinatore regionale del Pdl, l'ex sottosegretario alla Giustizia, Jole Santelli, il sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta e l'assessore al commercio Ermanno Cennamo. Il rappresentante del Governo ha poi parlato di una "task force" che effettuerà un sopralluogo per verificare lo svolgimento delle operazioni.

Un'altra nave "velenosa". Di navi "velenose" affondate lungo la costa tirrenica calabrese, se ne annunciano molte: c'è chi parla di 40, chi di 50, o forse più. Oggi il Quotidiano della Calabria scrive che a largo di Vibo Valentia ce ne sarebbe un'altra, spiegando che dopo il ritrovamento del relitto al largo di Cetraro, ci sono state numerose segnalazioni di altre navi affondante al largo della costa calabrese: tra le tante verifiche compiute avrebbe dato esito positivo quella compiuta al largo della costa Vibonese dove, con l'aiuto di un sonar, sarebbe stato individuato un altro relitto. Sugli esiti degli accertamenti, riferisce il quotidiano, viene mantenuto il massimo riserbo.
E se fosse la Mikigan? "Potrebbe essere quello della Mikigan, il relitto avvistato sui fondali di Vibo Valentia". Lo afferma Legambiente sulla base della cartina della O.d.m. - Oceanic Disposal Management Inc, la società creata dall'imprenditore Giorgio Comerio, per l'affondamento programmato di scorie radioattive nei fondali marini - agli atti della Commissione Parlamentare sul ciclo dei rifiuti.

Il relitto avvistato potrebbe essere infatti quello della nave affondata il 31 ottobre 1986 nel mar Tirreno calabrese con il suo carico misterioso, sicuramente protetto da granulato di marmo (materiale utilizzato per schermare materiali altamente radioattivi), dopo essere partita dal porto di Massa Carrara, altro porto spesso citato nelle indagini sulle navi fantasma e luogo dal quale partì anche la Rigel, poi affondata con analoghe caratteristiche nel 1987 a largo di Capo Spartivento.

Le preoccupazioni.
Si moltiplicano intanto le prese
di posizioni di organizzazioni di categoria e soggetti politici in relazione alle conseguenze negative che si stanno verificando sul piano economico per la vicenda delle "navi dei veleni". La Confcommercio di Reggio ha scritto alle autorità locali e nazionali "facendosi portavoce di molti associati, operatori del settore turistico, balneare, ristorativo, oltre a commercianti di prodotti ittici, per esprimere la preoccupazione per gli effetti e le ricadute negative sull'andamento delle loro attività.

IL maltempo.
Ci si mette anche il maltempo a bloccare le ricerche di Astrea, la nave oceanografica dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che sta esplorando i fondali marini a largo di Maratea, alla ricerca di una delle navi dei veleni descritte dall'ex collaboratore di giustizia Francesco Fonti. La nave è ferma da ieri nel porto di Maratea.

Astrea sta dando la caccia al relitto della "Yvonne a": la nave dei veleni che sarebbe stata fatta affondare a largo di Maratea con 150 fusti di fanghi radioattivi. Le esplorazioni si spingeranno fino a oltre 15 miglia dalla costa. Dell'inchiesta, oltre alle Procure Antimafia di Catanzaro e Potenza, si sta occupando anche la Procura di Lagonegro (Potenza), competente sul litorale di Maratea.

L'assessore avverte. "Non mi risulta che siano a
disposizione sonar in grado di rilevare la presenza di navi affondate in quella zona. Fino a quando non avremo riscontri scientifici, rischiamo solo di fare allarmismo". E' quanto afferma l'assessore regionale all'Ambiente della Calabria, Silvio Greco, circa il presunto ritrovamento, dopo quello di Cetraro, del relitto di una nave al largo della costa vibonese.
"Bisogna stare attenti - ha aggiunto - perchè al largo della costa calabrese ci sono almeno 150 relitti risalenti all'ultimo conflitto mondiale. Non si può parlare di rifiuti tossici se non si hanno prima i riscontri scientifici".

Il commissario europeo. Sulla cosiddetta "nave dei
veleni" rinvenuta al largo della Calabria, il commissario europeo all'Ambiente, Stavros Dimas, ha inviato una lettera con una richiesta di informazioni al ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, lo scorso 21 settembre e "non ha ancora avuto risposta". In occasione del prossimo Consiglio a Lussemburgo "le chiederà lo stato delle cose, la natura del carico e come intendono muoversi". Lo ha riferito lo stesso Silvio Greco, che ha avuto un incontro a Bruxelles con il commissario europeo

La pesca in calo.
Ottanta per cento in meno delle vendite a causa della nave dei veleni. La denuncia è di Federcoopesca Calabria: "molti commercianti, in particolare gli ambulanti sono costretti a chiudere l'attività". Il comparto ittico calabrese è in gravi difficoltà. "Il dubbio sulla natura del materiale contenuto nel relitto - secondo l`associazione - si è insinuato influenzando negativamente l'acquisto di pesce da parte dei consumatori". E nel prossimo futuro, questo stesso dubbio "sarà destinato a condizionare tutta l'offerta alimentare, quella turistica e anche quella immobiliare, dell'intera regione".

L'associazione denuncia una condizione di stallo "nella quale si tenta di arenare la vicenda della nave dei veleni", mentre "si susseguono gli annunci sull'arrivo di navi attrezzate per le indagini sul relitto e sui fusti". Il territorio "vuole uscire da questo stato di incertezza" e "sbalordisce la mancanza di tempestività, chiarezza e di iniziative concrete per la bonifica da parte del governo".

fonte: repubblica.it

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