“Un ricorso più adeguato alle soluzioni innovative offerte dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ITC) aiuterà l’Europa a raggiungere l’obiettivo di trasformarsi in un’economia a basse emissioni di carbonio”. Ne è fermamente convinta Viviane Reding, non a caso commissario europeo per la società dell’informazione e i media, che oggi ha dato voce all’esortazione della Commissione Ue nei confronti dell’Industria dell’ITC a tracciare entro nell’arco dei prossimi due anni misure pratiche per incrementare del 20% la propria efficienza energetica al 2015. La convinzione supportata dall’esecutivo è che l’Europa digitale non possa non possa ignorare le sue potenzialità ecologiche, che sfruttate a pieno significherebbero un punto a favore del clima e nuove opportunità imprenditoriali per le imprese europee del settore.
Un sistema di benefici “a grappolo” dal momento che solo il 2% delle emissioni di CO2 e l’8% dell’elettricità impiegata nella UE sono da riferirsi all’ITC, ma un suo impiego ragionato produrrebbe vantaggi su tutti i settori che ne fanno grande uso, quali l’edilizia, i trasporti e la logistica, fino a portare ad una riduzione del 15% delle emissioni totali di carbonio entro il 2020.
“Il settore delle TIC – ha aggiunto Reding – può indicare la via verso una crescita maggiormente sostenibile e rispettosa dell’ambiente e dare impulso alla creazione di posti di lavoro “verdi” in Europa. Dobbiamo cogliere questa opportunità per porci all’avanguardia nel campo delle tecnologie ad alta efficienza energetica”. Contestualmente la Commissione europea ha adottato una serie di suggerimenti, sia per il settore in sé, affinché definisca in primis metodologie comuni per misurare il consumo di energia e le emissioni di carbonio, che per gli stati membri, invitati a utilizzare soluzioni basate sulle ITC per migliorare l’efficienza energetica. Dalla telematizzazione delle pratiche burocratiche all’abitudine di utilizzare strumenti controllo on-line, i così detti“contatori intelligenti” – per i quali dovrebbe essere definito presto un calendario per l’introduzione nelle case degli europei – fino a riunioni virtuali, e scambio di informazioni in real-time: tutto un insieme di azioni che incrementerebbe tra l’altro le iniziative di partenariato pubblico-privato, dando una mano all’ambiente. Solo per fare qualche esempio con gli ‘smart meter’ i consumatori potrebbero ridurre fino del 10% i propri consumi energetici e se si sostituisse solo il 20% dei viaggi d’affari delle imprese europee con riunioni in videoconferenza si potrebbero risparmiare oltre 22 milioni di tonnellate di CO 2 all’anno.
fonte: rinnovabili.it
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sabato 10 ottobre 2009
UE: le potenzialità ecologiche dell’Europa digitale
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