Nel suo allegato di ben 28 pagine, la famigerata e-mail rivela come, già nel dicembre 2007, l’agenzia federale avesse messo in guardia il governo Bush sul grave pericolo per la salute pubblica e del pianeta rappresentato da sei agenti inquinanti responsabili dell’effetto serra. Nello stesso documento l’Epa chiedeva a Bush di varare “immediate misure” per limitare l’emissione di questi gas nocivi, prodotti soprattutto da auto e combustibili fossili.
Ma il monito fu respinto dall'ex presidente George W. Bush, che non ha mai nascosto la propria avversione per il Clean Air Act, la legge federale, più volte emendata, che a partire dal 1963 obbliga i governi statali e locali ad implementare misure per ridurre le emissioni inquinanti. L’Amministrazione Bush e l’allora capo dell’Epa Stephen Johnson si rifiutarono di distribuire il documento ai deputati democratici, come da prassi, insabbiandolo.
Due anni più tardi l’Epa è stata costretta a rendere noto il dossier in seguito alle richieste di numerosi cittadini che si sono appellati al Freedom of Information Act, la legge sulla libertà di informazione emanata negli Stati Uniti il 4 luglio 1966 dal presidente Lyndon B. Johnson, la quale impone alle amministrazioni pubbliche una serie di regole per permettere a chiunque di sapere come opera il governo federale, compreso l’accesso totale o parziale a documenti classificati.Con una decisione a sorpresa che ha ribaltato, nero su bianco, otto anni di politiche anti-ambientaliste di Bush, lo scorso aprile l’Epa ha emesso uno storico documento che, per la prima volta, da il via al governo federale per regolare i gas inquinanti responsabili del surriscaldamento del pianeta. “Il biossido di carbonio e gli altri gas serra prodotti dalle attività dell'uomo rappresentano una grave minaccia per la salute delle persone e perciò debbono essere inclusi nella famigerata lista nera degli agenti inquinanti sancita dal Clean Air Act» ha dichiarato il capo dell’Epa di Barack Obama Lisa P. Jackson.
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