La conclusione ribadisce tuttavia la necessità che l’impegno a lungo termine venga assunto, con sforzi simili, da tutti i paesi sviluppati inclusi nell’Annex I dell’UNFCCC e di quelli esclusi ma candidati all’adesione all’UE. Il blocco ha inoltre posto una riduzione del 30% al 2020 rimarcando la necessità di quella che dovrebbe essere una meta a medio termine.
Mitigazione, adattamento, ma anche il ruolo delle foreste nel sequestro della CO2 per il quale il Consiglio potrebbe approvare già prima della sessione di Barcellona, all’inizio di novembre, regole di contabilità obbligatorie per le variazioni delle emissioni dovute all’utilizzo del terreno, cambiamenti nell’uso del suolo e della silvicoltura (LULUCF).
Approvate una serie di conclusioni anche in merito alle strategie di sviluppo e al mercato del carbonio senza far però alcun accenno alla vendita da parte dei paesi dell’Est Europea dei propri permessi di emissione e rimandando ad un ulteriore approfondimento la spinosa questione dell’eccedenza delle quote di emissione assegnate ad alcune Nazioni.
Il documento definisce altresì gli impegni al 2020 per il trasporto marittimo e aereo sui quali l’Ue dovrà premere ossia una riduzione delle emissioni, rispettivamente del 20% e del 10% sotto i livelli del 2005.
Per Andreas Carlgren, ministro dell’Ambiente svedese, il testo adottato oggi “è un messaggio chiaro al mondo che l’Ue è pronta per i negoziati. Un pieno mandato per Copenaghen… Noi vogliamo negoziare con tutte le parti. Abbiamo spianato la strada per un messaggio da trasmettere al mondo”.
Una buona notizia che riassegna così una posizione di prima linea ai 27 e si contrappone al nulla di fatto dei ministri delle Finanze al vertice Ecofin, definito Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente come “una pericolosa breccia nella capacità della Ue di essere concretamente operativa”.
Ed è pianamente soddisfatto dei risultati odierni anche il Commissario all’Ambiente Stavros Dimas che ricordando come vi sia una sola sessione di negoziati prima di Copenaghen, e sia dunque indispensabile accelerare la velocità degli scambi a livello politico, ha dichiarato: “Il raggiungimento di un accordo internazionale è un formidabile sfida politica, ma siamo ancora sulla strada giusta. E ripeto che è più importante che mai per l’UE di affermare il proprio ruolo di leadership: i nostri cittadini lo vogliono”.
fonte: rinnovabili.it
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