La National Energy Agency ha valutato che entro il 2020 l’Indonesia potrebbe essere uno dei maggiori importatori di energia, vista la sua attuale dipendenza dalle fonti energetiche convenzionali fossili.
La dichiarazione è stata pubblicata oggi da Hudi Hastowo, direttore dell’Agenzia, che ha sottolineato la situazione in cui versa il Paese, le cui industrie utilizzano ancora carbone, petrolio e gas necessari alla generazione di energia: l’importazione di greggio equivale a trecento cinquantamila barili al giorno.
Attualmente sembra non ci siano alternative all’utilizzo di combustibili fossili vista l’arretratezza delle infrastrutture ma l’Agenzia ha proposto tre locazioni per una nuova centrale nucleare: Ujung Lembah Abang, Ujung Watu e Ujung Muria, tutte situate nel distretto di Jepara, in modo che sia comodo e “sicuro” per i cittadini del posto.
Nonostante i buoni propositi sembra ovvio che gli obiettivi di produzione di energia pulita fissati per il 2025 falliranno per mancanza di strutture, ha dichiararlo Marzan Aziz Iskandar, responsabile dell’Agenzia per la valutazione e l’utilizzo della tecnologia (BPPT).
Il problema non riguarda solamente l’energia nucleare – da molti etichettata come pulita solo per la mancata produzione di CO2 – il discorso vale anche per gli altri tipi di energie rinnovabili come eolico, solare e le altre alternative fatta eccezione per i biocarburanti, che attualmente hanno un prezzo troppo alto.
Iskandar ha dichiarato di essere deluso dalla politica indonesiana, ancora totalmente dipendente dall’utilizzo dei combustibili fossili.
fonte: rinnovabili.it
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martedì 20 ottobre 2009
Indonesia ai vertici per l'utilizzo di combustibili fossili
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