Partenza imminente per i lavori preliminari del ponte sullo Stretto di Messina.Lo ha confermato ieri a Trieste il ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli. Interpellato a margine della locale assemblea dell'Assindustria, Matteoli ha precisato che "a dicembre, come ha comunicato l'amministratore delegato Pietro Ciucci, partiranno i primi lavori". Immediate le reazioni, tutte riferite alla recente alluvione che ha ucciso decine di persone nel messinese.
Per il vicepresidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Fabio Giambrone, “tragedie annunciate, come l'alluvione di Messina, non devono accadere mai più. Fare il Ponte sullo Stretto significa programmare un'altra catastrofe. Se il governo - ha aggiunto Giambrone - continua imperterrito con la politica della cementificazione selvaggia, anche in zone con elevatissimi rischi idrogeologici come quella dello Stretto, purtroppo dovremo continuare a piangere per centinaia e centinaia di vittime innocenti".
"L'annuncio del ministro Matteoli sul Ponte sullo Stretto, oltre ad essere uno schiaffo in faccia all'ambiente e al buon senso, è il peggior modo di onorare i morti del fango di Messina, che solo due giorni fa sono stati seppelliti con la partecipazione e il dolore di tutto il Paese". ha invece affermato Claudio Saroufim, responsabile ambiente del Pdci, a commento delle dichiarazioni del ministro. "Dopo tragedie come quella di Messina - continua Saroufim - un governo serio e responsabile si sarebbe fermato a riflettere prima e a cancellare poi qualunque progetto che rischia di mettere in ulteriore pericolo il territorio. Ma questo governo non conosce né serietà, né responsabilità e, in nome di un falso e bieco modernismo, continua ad andare a testa bassa verso la rovina ambientale". "Ci appelliamo - conclude Saroufim - ai cittadini italiani, calabresi e siciliani in primis, a tutte le istituzioni locali delle due regioni e a tutte le forze politiche e sociali, a farsi sentire e ad opporsi a questa opera faraonica inutile e dannosa".
fonte: lanuovaecologia.it
2 commenti:
Trovo scandaloso che l'argomento "Ponte", nell'interezza della sua problematica sia stato tenuto ultimamente sotto silenzio, e anzi si continui a parlare di apertura dei cantieri come fosse una cosa imminente.
Vorrei fare notare alcuni aspetti:
1°- Il progetto definitivo non è ancora stato approvato da parte del CIPE, e comunque c'è in sospeso una azione di ricorso al TAR da parte di cittadini lesi nei propri diritti; inoltre le risorse del ponte sarebbero di provenienza prevalentemente privata (5 miliardi su 6,3, per un importo pari all’80% del costo complessivo – AGI, 7 ottobre). Allo stato non risulta sussistere alcun finanziamento privato per l’infrastruttura. E d’altronde non sarebbe possibile averne, visto che il progetto ancora non esiste, se non nella sua versione preliminare del 2002. Esiste invece una delibera di stanziamento dal parte del CIPE, che impegna il governo a destinare all’opera 1,3 miliardi in più anni,secondo disponibilità di bilancio. Gli unici soldi potenzialmente esistenti per il ponte sono dunque in questo momento di provenienza esclusivamente pubblica: stanziati dal Governo, ma non resi disponibili dal Tesoro, che ha assunto un impegno futuro, imprecisato nei tempi e vincolato alle effettive disponibilità del bilancio pubblico. In altre parole, al momento, in termini reali, non ci sono fondi né privati né pubblici.
2° - Le centinaia di famiglie residenti nella zona della eventuale apertura dei cantieri, non hanno ancora ricevuto alcun avviso di esproprio (non mi pare che si tratti di procedure celeri! Si dovrà avere il tempo di trovare altro alloggio in cui risiedere "previo pagamento dell'indennizzo"?!);
3° - L'arroganza del Presidente del Consiglio e del ministro Matteoli è impressionante: ribadire l'avvio di un'opera del genere nel momento in cui Messina necessita davvero di tante altre cose molto più urgenti significa aggiungere un pesante onere ad una città già "martoriata", e non solo dall'alluvione;
4° - Non si capisce perché è stata posta sotto silenzio la posizione del più importante tra gli ingegneri estensori del progetto (ing. Calzona), che ne propone uno completamente diverso e, a suo dire, più ed economico e di più agevole attuazione, scrivendo un libro in proposito.
Si tratta di un grosso volume che, al di là degli aspetti tecnici non del tutto comprensibili per i non addetti ai lavori, è certamente degno di considerazione.
Non capisco perché i politici, ma soprattutto gli organi di stampa, trascurano di considerare questo problema secondo me affatto marginale.
L'ingegner Calzona, aveva fatto parte degli estensori del progetto preliminare approvato dal CIPE e dal quale si dovrebbe partire per l'attuazione definitiva del manufatto stabile. Adesso sostiene l'esistenza di una faglia nella zona in cui dovrebbe sorgere il pilastro principale dell'opera!
Ora, delle due l'una: o mentiva prima, per motivi che non so immaginare, o mente adesso e allora vuole speculare su un futuro progetto di sempre più dubbia fattibilità!
In ogni caso il tema, merita di essere approfondito e diffuso in ogni suo aspetto da tutti gli organi di stampa, magari con un input da parte dei politici di buon senso.
Enza Lojacono (docente presso la fac. di Economia - Univ. di Messina)
Trovo scandaloso che l'argomento "Ponte", nell'interezza della sua problematica sia stato tenuto ultimamente sotto silenzio, e anzi si continui a parlare di apertura dei cantieri come fosse una cosa imminente.
Vorrei fare notare alcuni aspetti:
1°- Il progetto definitivo non è ancora stato approvato da parte del CIPE, e comunque c'è in sospeso una azione di ricorso al TAR da parte di cittadini lesi nei propri diritti; inoltre le risorse del ponte sarebbero di provenienza prevalentemente privata (5 miliardi su 6,3, per un importo pari all’80% del costo complessivo – AGI, 7 ottobre). Allo stato non risulta sussistere alcun finanziamento privato per l’infrastruttura. E d’altronde non sarebbe possibile averne, visto che il progetto ancora non esiste, se non nella sua versione preliminare del 2002. Esiste invece una delibera di stanziamento dal parte del CIPE, che impegna il governo a destinare all’opera 1,3 miliardi in più anni,secondo disponibilità di bilancio. Gli unici soldi potenzialmente esistenti per il ponte sono dunque in questo momento di provenienza esclusivamente pubblica: stanziati dal Governo, ma non resi disponibili dal Tesoro, che ha assunto un impegno futuro, imprecisato nei tempi e vincolato alle effettive disponibilità del bilancio pubblico. In altre parole, al momento, in termini reali, non ci sono fondi né privati né pubblici.
2° - Le centinaia di famiglie residenti nella zona della eventuale apertura dei cantieri, non hanno ancora ricevuto alcun avviso di esproprio (non mi pare che si tratti di procedure celeri! Si dovrà avere il tempo di trovare altro alloggio in cui risiedere "previo pagamento dell'indennizzo"?!);
3° - L'arroganza del Presidente del Consiglio e del ministro Matteoli è impressionante: ribadire l'avvio di un'opera del genere nel momento in cui Messina necessita davvero di tante altre cose molto più urgenti significa aggiungere un pesante onere ad una città già "martoriata", e non solo dall'alluvione;
4° - Non si capisce perché è stata posta sotto silenzio la posizione del più importante tra gli ingegneri estensori del progetto (ing. Calzona), che ne propone uno completamente diverso e, a suo dire, più ed economico e di più agevole attuazione, scrivendo un libro in proposito.
Si tratta di un grosso volume che, al di là degli aspetti tecnici non del tutto comprensibili per i non addetti ai lavori, è certamente degno di considerazione.
Non capisco perché i politici, ma soprattutto gli organi di stampa, trascurano di considerare questo problema secondo me affatto marginale.
L'ingegner Calzona, aveva fatto parte degli estensori del progetto preliminare approvato dal CIPE e dal quale si dovrebbe partire per l'attuazione definitiva del manufatto stabile. Adesso sostiene l'esistenza di una faglia nella zona in cui dovrebbe sorgere il pilastro principale dell'opera!
Ora, delle due l'una: o mentiva prima, per motivi che non so immaginare, o mente adesso e allora vuole speculare su un futuro progetto di sempre più dubbia fattibilità!
In ogni caso il tema, merita di essere approfondito e diffuso in ogni suo aspetto da tutti gli organi di stampa, magari con un input da parte dei politici di buon senso.
Enza Lojacono (docente presso la fac. di Economia - Univ. di Messina)
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