L'Africa non ci sta più e per una volta, messe da parte le infinite tensioni che la lacerano, chiede compatta l'attenzione mondiale e dell'Unione Europea sui cambiamenti climatici: una grave minaccia per il continente che continua a subire gli effetti maggiori dell'inquinamento al quale contribuisce soltanto in minima parte. "La Dichiarazione di Algeri", piattaforma comune capace di far pesare la voce dell'Africa in vista di appuntamenti cruciali come il vertice sul Clima di Copenhagen, è stata adottata da una quarantina di ministri africani dell'Ambiente al termine della Conferenza africana sui cambiamenti climatici che si è chiusa oggi nella capitale maghrebina. "La politica della poltrona vuota è finita", ha dichiarato il ministro algerino dell'Ambiente Cherif Rahmani. "L'Africa - ha aggiunto - vuole prendersi le sue responsabilità".
E "anche i Paesi sviluppati devono fare lo stesso – si legge nella Dichiarazione – devono mantenere gli impegni presi sia nel quadro della Convenzione dell'Onu sui cambiamenti climatici, che del Protocollo di Kyoto" e garantire "un partenariato permanente basato su un principio di equità" che accompagni l' Africa nella lotta ai cambiamenti climatici.
"L'Africa è responsabile del 7,5%, delle emissioni globali di gas serra, del 4% se consideriamo gli Stati sub-sahariani - ha sottolineato il rappresentante della Banca Mondiale, Hocine Chalal - ma è esposta agli effetti più brutali del riscaldamento terrestre".
Inondazioni, siccità, desertificazione, "migrazioni climatiche", e pensare che "soltanto il 24% della popolazione africana ha accesso all'elettricità" ha detto Jean-Louis Borloo, ministro francese dell'Ecologia, precisando che "nel 50% dei Paesi africani, l'accesso all'energia elettrica scende sotto al 9%".
Presente insieme al ministro dell'Ambiente della Repubblica Ceca che assumerà la presidenza europea dal primo gennaio 2009, Jan Duzik, Borloo è stato invitato ad Algeri con l'obiettivo di arrivare entro "l'appuntamento decisivo per l'umanità" di Copenaghen ad un'alleanza allargata tra Ue e Africa. "Non ci sono altre soluzioni", ha aggiunto facendo riferimento anche ai negoziati europei sul pacchetto clima, "o vinciamo insieme o la disfatta sarà globale".
La necessità di finanziamenti che garantiscano tra l'altro il trasferimento tecnologico, la creazione di un protocollo "che prenda in considerazione le preoccupazioni del continente africano" come il fenomeno delle migrazioni derivate dal degrado ambientale, la lotta alla desertificazione, la protezione delle foreste, tra cui il polmone verde del bacino del Congo, e delle coste erose dal continuo innalzamento del livello del mare, la protezione della biodiversità, dell'acqua e del suolo, un piano triennale per lo sviluppo delle energie rinnovabili, sono i punti principali della Dichiarazione che porterà la voce unita dell'Africa ai prossimi appuntamenti internazionali. All'inizio del 2009 si terrà a Nairobi un primo incontro sui cambiamenti climatici tra i paesi africani e l'Europa.
fonte: lanuovaecologia.it
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