A due settimane dall’incontro di Poznan il Segretariato dell’UN Climate Change rende noto che le emissioni dei gas a effetto serra nei Paesi industrializzati continuano a salire
Mentre l’attesa per la 14esima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici volge alla fine il Segretariato dell’UNFCC (la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici) rende pubblico un rapporto che non ha nulla di rassicurante: dall’inizio del 2000 al 2006 nei cosiddetti paesi ‘Annex 1'- i 40 Stati industrializzati che concordano nel ridurre i loro gas serra a livelli inferiori a quelli del 1990 del 5% – i livelli di emissioni sono aumentati del 2,3%. Secondo i dati dell'Unfccc per il gruppo più piccolo di quei paesi che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto, le emissioni nel 2006 erano approssimativamente il17% sotto la linea di base dell’accordo, ma in progressivo aumento a partire dal 2000. Il calo iniziale si dovette essenzialmente al collasso delle industrie dei Paesi del blocco sovietico, tanto che le emissioni in questa area sono calate del 37,6% rispetto al 1990, mala ripresa dell'attività di queste economie di transizione ha invece invertito la tendenza facendo registrare dal 2000 un aumento del 7,4%. “Questi sono dati che evidenziano la necessità di fare un passo avanti nel processo di negoziazione delle Nazioni Unite a Poznan e di arrivare velocemente a un accordo per rispondere alla sfida dei cambiamenti climatici”, ha dichiarato il segretario generale dell’Ufnccc, Yvo de Boer. Secondo quanto contenuto nel rapporto, le emissioni di gas serra prodotte dall'Italia sono aumentate dal 1999 al 2006 del 9,9%, un dato “positivo” se si confronta con quello di altri paesi Europei come l'Austria (15%), Portogallo (39,9%) o la Spagna (50,6%), per non parlare della Turchia (95%), mentre gli Stati Uniti registra un aumento del 14%. Tra i Paesi ‘virtuosi', la Francia con un -3,5%, la Gran Bretagna con -15% e tutti i Paesi del blocco sovietico, Russia compresa (-34%). Il rapporto affronta anche il sistema delle quote di emissione definite dal Protocollo di Kyoto, che, afferma de Boer ora “non sono più i semplici numeri su carta loro sono parte di un’operazione in tempo reale del mercato globale del carbonio. Ora questo mercato sta funzionando e questa è un importante messaggio per la riunione di Poznan”.
fonte: repubblica.it
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