giovedì 20 novembre 2008

«Quote di CO2 per scongiurare il veto» La Francia “contratta” con i paesi dell’Est

Secondo il Financial Times la presidenza di turno francese ha lanciato un'offerta alla Polonia e ad altri otto paesi dell'est Europa per ottenere il consenso sul pacchetto clima-energia. Quote aggiuntive di CO2 per milioni di euro alle industrie del settore energia in cambio di un sì

Quote aggiuntive di CO2 per milioni di euro alle industrie del settore energia dei paesi dell'est Europa in cambio di un sì dei governi al pacchetto legislativo su clima ed energia: è questo, secondo il Financial Times, il contenuto di una proposta della presidenza francese, per superare l'opposizione della Polonia e di altri otto paesi dell'est Europa. Il governo polacco ha minacciato di porre il veto al piano Ue per combattere il cambiamento climatico che prevede il 20% di riduzione di Co2 entro il 2020 (rispetto al 1990), l'aumento del 20% di efficienza energetica e il 20% di consumi da energie rinnovabili.

E anche altri otto paesi dell'est Europa (Ungheria, Lituania, Lettonia ed Estonia, Slovacchia, Bulgaria, Romania e Repubblica ceca) hanno concordato la linea dura polacca. Il timore della Polonia e degli altri otto vicini riguarda una realtà industriale basata quasi esclusivamente sul carbone, che potrebbe richiedere costi esorbitanti per rientrare nei limiti fissati a Bruxelles. Costi che potrebbero compromettere l' economia nazionale e le possibilità di crescita. Per tenere conto di questa realtà ancora molto arretrata, la Francia – scrive il FT – sarebbe pronta ad offrire un'esenzione temporanea (fino al 2016) ai Paesi che producono almeno il 60% di energia dal carbone, nell'ambito delle nuove misure per l'estensione del sistema di scambio di emissioni (Emission Trading System).
Le industrie energetiche di questi paesi potrebbero beneficiare di un pacchetto di quote gratis pari alla metà del volume delle loro emissioni fino al 2016. Il piano originale prevede invece che le industrie del settore energia scambino a pagamento tutte le loro emissioni, a partire dal 2013. Anche le tre Repubbliche Baltiche (Estonia, Lituania, Lettonia), scarsamente collegate alla rete elettrica europea, potranno far ricorso a questa opportunità. Da Varsavia il quotidiano dà conto di segnali contrastanti.
Il premier Donald Tusk ha rilevato di essere ottimista sulla possibilità di un compromesso finale, ma il ministro per gli Affari europei Mikolaj Dowgielewicz ha messo le mani avanti, affermando che non scommetterebbe "su quando e come" un'intesa potrà essere raggiunta. Il pacchetto di misure per attuare il piano sarà presentato ai capi di Stato e di governo della Ue al Vertice dell'11 e 12 dicembre. Sulla sua approvazione, pesa anche la minaccia di un veto italiano: Roma chiede modifiche sostanziali sugli oneri attribuiti all'Italia, per ragioni molto diverse da quelle dei partner dell'est Europa.

fonte: lanuovaecologia.it

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