L'eolico potrà fornire il12% dell'energia elettrica mondiale al 2020, permettendo di risparmiare in 12 anni circa 10 miliardi di tonnellate di CO2, pari al doppio di quanto emesso dalla Cina nel 2005. Questo il dato principale del nuovo rapporto "Global Wind Energy Outlook 2008", presentato oggi a Pechino da Greenpeace e dal GWEC (Global Wind Energy Council). Il rapporto è stato lanciato a Pechino perché la Cina è il mercato in maggiore espansione per l'eolico a livello mondiale, ed entro la fine del 2009 diventerà il primo Paese nella produzione di turbine e apparecchiature in grado di catturare l'energia del vento.
Al 2050 oltre il 30% del fabbisogno mondiale di elettricità potrebbe arrivare dal vento ( Il rapporto completo "Global Wind Energy Outlook 2008"). "Abbiamo pochi anni per ridurre le emissioni mondiali di CO2 e l'eolico avrà un ruolo cruciale. Nessun'altra tecnologia è in grado di fornire un tale contributo su scala mondiale in tempi così ristretti" afferma Steve Sawyer, Segretario Generale del GWEC.
"Oltre ai benefici per l'ambiente, l'eolico èun settore in grado di sostenere l'economia in un periodo di recessione - afferma Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia -. Sono circa 350 mila i 'colletti verdi' che lavorano già oggi nell'industria eolica, e il dato sugli occupati salirà a oltre 2 milioni al 2020".
Il settore della produzione di energia elettrica è responsabile di circa il 40% delle emissioni mondiali di CO2 e senza il rapido dispiegamento di misure radicali per l'efficienza energetica e lo sviluppo delle rinnovabili, a partire dall'eolico, non sarà possibile mantenere l'aumento della temperatura terrestre entro i 2 gradi centigradi, con conseguenze irreversibili per il Pianeta.
"I governi hanno il dovere morale nei confronti delle future generazioni di avviare adesso una rivoluzione energetica pulita - sostiene Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace -. L'ostilità del governo italiano al pacchetto europeo 'clima ed energia' ci ridicolizza e mostra chiaramente che Berlusconi non è all'altezza degli altri premier europei".
La situazione in Italia è paradossale se pensiamo che nel 2007 gli incentivi per le rinnovabili sono stati pari a 932 milioni di euro mentre i sussidi alle fonti fossili (fonti assimilate e rifiuti attraverso il meccanismo CIP6) sono ammontate a 5,3 miliardi, cinque volte tanto (scheda sui sussidi all'energia).
fonte: ambiente.it
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mercoledì 26 novembre 2008
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