sabato 20 dicembre 2008

Cina più lontano lo sviluppo, più vicino il miglioramento del clima?

Anche la Cina si trova a mediare tra la necessità di non arrestare lo sviluppo economico e quella di ridurre l’impatto ambientale dei gas serra. E nel 2009 l’aspetta una anno impegnativo tra recessione e fondamentali scadenze sul versante ambientale

La recessione economica è arrivata a anche in Cina, che finora ci aveva abituati a tassi di crescita per noi irraggiungibili. Questo rallentamento dello sviluppo potrebbe giovare all’ambiente? Non scordiamo che stiamo parlando del paese, primo produttore di gas serra al mondo. Per ora si registra un calo del livello di emissioni inquinanti proporzionalmente con il rallentamento delle attività industriali.
“Salvaguardare la crescita economica è una priorità assoluta per le autorità – ha dichiarato Wei Weixian, professore dell’Università di Pechino alla facoltà di Affari internazionali ed Economia – Il governo potrebbe dover chiudere un occhio sulle ripercussioni (sull’ambiente) di alcune industrie altamente inquinanti”.
E’ di ieri, la notizia che il governo ha ridotto il costo dei carburanti del 14-18%, la prima riduzione dallo scorso luglio. Nel frattempo sono aumentate le tasse al consumo, in modo che i prezzi siano stabili, anche se dovessero di nuovo salire le tariffe del greggio.
Anche se l’edilizia resta il punto cardine del piano d ripresa, sarà improbabile evitare le consistenti emissioni inquinanti delle fabbriche di cemento e acciaio, che funzionano all’80% con energia fornita dal carbone
Nel frattempo Però Pechino si sono stanziati 3,5 miliardi di yen per progetti ambientali, raddoppiati gli investimenti sulla centrale elettrica statale, utilizzabili anche per i progetti sulle fonti di energia alternative, e infine sono stati accelerati i piani per la costruzione di impianti nucleari.
Le emissioni dovute a trasporti e consumi domestici sono molto basse, ma le emissioni prodotte dal comparto industriale sono tra le più elevate al mondo.
Intanto la Cina è riuscita a tagliare l’intensità energetica del 3,46% tra gennaio e settembre 2007, sullo stesso periodo del 2006, e dovrebbe raggiungere un calo del 3,66% nel 2008 rispetto al 2007.
E per il 2009 ancora Pechino dovrà impegnarsi per la scadenza, a dicembre, per l’accordo sul clima che sostituirà il Protocollo di Kyoto. E la Cina non potrà sottrarsi, visto il suo primato moniale in fatto di emissioni nocive.

fonte: rinnovabili.it

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