giovedì 18 dicembre 2008

Parchi, in otto anni fondi dimezzati

Dai 62,5 milioni del 2001 ai 30 milioni previsti per il 2009. Legambiente traccia il binacio della legge quadro del 1991 e chiede che venga convocata a breve una conferenza nazionale. «Contro la crisi puntare sulla qualità ambientale delle aree protette»

In otto anni i finanziamenti per i parchi italiani sono più che dimezzati, ma ora è necessario salvarli. Questo il grido d'allarme lanciato oggi da Legambiente nel corso del convegno "I parchi che vogliamo". A distanza di 17 anni dalla legge quadro sulle aree protette che ha consentito negli anni '90 un forte sviluppo del mondo dei parchi, secondo gli ambientalisti ora si registra una battuta di arresto. ''Il primo obiettivo - ha affermato il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza - è quello di rilanciare i parchi, che devono essere in grado di interpretare un ruolo di spinta del territorio, di novità e innovazione".

Secondo i dati di Legambiente si è passati sul piano delle risorse destinate al sistema aree protette dai 62,5 milioni di euro per i 20 parchi nazionali del 2001 (53 euro per ettaro) agli attuali 53 milioni per 23 parchi (37 euro a ettaro protetto) le previsioni della finanziaria per il 2009 parlano di circa 30 milioni di euro (22 euro per ettaro), mentre per il 2010 e il 2011 si prevede una spesa di appena 19 milioni di euro (14 euro per ettaro).
“Siamo coscienti delle ristrettezze in cui versa il bilancio statale - ha aggiunto Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette di Legambiente - ma per garantire il servizio universale che svolgono i parchi le risorse devono essere reperite. Le aree protette, se ben amministrate, hanno dimostrato di saper garantire un utile ritorno degli investimenti, sono state una scommessa vinta da molti territori che si sono misurati con politiche di sviluppo locale innovative basate sulla qualità ambientale”.
In meno di venti anni l’Italia è diventata una delle nazioni leader del Continente per superficie protetta, passando dal 3 al 10% (una percentuale doppia rispetto alla media europea del 5%), con 827 aree naturali iscritte nell’elenco ufficiale. Un sistema che coinvolge oltre 2.000 Comuni, interessa oltre 3 milioni di ettari di superficie protetta a terra e 2.800 mila ettari di superficie protetta a mare e custodisce gran parte della biodiversità presente in Europa: circa 57.000 specie animali (1/3 di quelle europee) e 5.600 specie floristiche (il 50% di quelle europee).
I parchi hanno irrobustito e ringiovanito i territori. Oggi occorre però restituire slancio e protagonismo al settore e un aggiornamento della legge appare quanto mai necessario. Per Legambiente, spetta al popolo dei parchi intervenire per rilanciare il progetto politico delle aree protette attraverso un’operazione che parta dal basso, dal dialogo ravvicinato tra cittadini e parchi. Ma la ripresa delle aree protette deve passare anche dall’apertura di un confronto tra Ministero, autonomie locali e Regioni, per questo l’associazione auspica la convocazione a breve della terza conferenza sulle aree protette.

fonte: lanuovaecologia.it

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