PER AREA GEOGRAFICA E SESSO - La crescita dei disoccupati ma anche (in lieve misura) degli occupati si spiega con l'incremento, più che proporzionale rispetto all'aumento degli occupati, delle persone che risultano «in cerca di lavoro» e si iscrivono agli uffici di collocamento. Cioè aumentano notevolmente coloro che cercano lavoro, più di quanti ne trovano (occupati, comunque in aumento). L'innalzamento del livello della disoccupazione risente soprattutto della crescita degli ex occupati nel Nord e nel Centro e degli ex inattivi nel Mezzogiorno. Nel terzo trimestre è proseguita la crescita del numero delle persone in cerca di occupazione, sia per la componente maschile (+10,5%, pari a 69.000 unità) sia per quella femminile (+7,8%, pari a 58.000 unità). La crescita della disoccupazione ha continuato a interessare soprattutto gli uomini ex occupati nelle regioni settentrionali e centrali (+32.000 unità) e le donne ex inattive nel Mezzogiorno (+29.000 unità). Il tasso di disoccupazione, nel terzo trimestre, è aumentato rispetto a un anno prima di 0,5 punti percentuali per gli uomini e di 0,4 punti percentuali per le donne, portandosi rispettivamente al 4,9 e al 7,9%. Ad eccezione del Nord-est, l'aumento è diffuso in tutte le ripartizioni territoriali. Nel Centro la crescita ha interessato in misura più accentuata le donne, mentre nel Mezzogiorno l'innalzamento dell'indicatore ha riguardato prevalentemente la componente maschile. Il tasso di disoccupazione del Mezzogiorno (11,1%) è rimasto molto più elevato in confronto a quello del Nord (3,4%) e del Centro (5,7%). Anche il tasso di disoccupazione degli stranieri è cresciuto nuovamente, passando dal 6,5% del terzo trimestre 2007 al 6,9%. Tale incremento ha interessato esclusivamente la componente maschile.
A TEMPO DETERMINATO - La crescita dell'occupazione nel terzo trimestre 2008 pari allo 0,4% rispetto allo stesso trimestre 2007 ha riflesso, sottolinea l'Istat, il nuovo sostenuto incremento delle posizioni lavorative dipendenti (+1,9%, pari a 324.000 unità) e la sensibile riduzione di quelle indipendenti (-3,7%, pari a -223.000 unità). Sempre con riferimento all'occupazione dipendente, la crescita del lavoro a termine è risultata pari al +1,9% (pari a +45.000 unità), riflettendo l'aumento della componente maschile e la discesa di quella femminile. Allo stesso tempo, rallenta il part-time. Il numero degli occupati a tempo pieno, evidenzia infatti l'Istat, ha registrato un marginale incremento (+7.000 unità), a sintesi della crescita dei dipendenti, soprattutto di quelli con contratto a tempo indeterminato, e dell'apprezzabile calo degli indipendenti. Dopo quattro consecutivi trimestri di «sviluppo particolarmente sostenuto», il ritmo di crescita degli occupati a tempo parziale ha segnalato un «significativo rallentamento» posizionandosi al 2,9% (+94.000 unità).
fonte: corriere.it
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