giovedì 18 dicembre 2008

Impianti a biogas maggiormente diffusi in Italia

Incrementato il numero degli impianti a biogas in Italia con conseguente aumento della produzione di energia contribuendo positivamente al bilancio energetico del paese. Tra i materiali utilizzati liquami e letami animali, scarti vegetali e rifiuti organici privati e industriali

Biomassa e rifiuti, dall’essere scarti e soprattutto componente indecorosa per le nostre città, diventano oggetti e soggetti di valore, le cui potenzialità li rendono privilegiate fonti energetiche, spianando la strada, sul territorio nazionale, alle tecnologie di produzione di energia pulita. Sono già 60, infatti, gli impianti a biogas attivi secondo la tecnologia tedesca Eisenmann. Dal punto di vista dell’alimentazione di tali impianti, i materiali preferibilmente utilizzati sono: liquame bovino, letame bovino e silaggio di mais, oltre che materie prime ricrescenti in forma di erba. Quanto la processo di produzione dell’energia, questo consiste in un sistema di controllo processuale articolato in diverse fasi relative a diverse componenti strutturali, tra le quali la preparazione del substrato, la fase di fermentazione principale con uno stadio di disintegrazione termica collegato a valle, una fase di fermentazione secondaria con serbatoio di gas ed un’unità di cogenerazione compatta. Dal punto di vista dell’efficienza della produzione, l’impianto così strutturato presenta un rendimento nominale di 249 kW, con una produzione di circa 240 kW di corrente e circa 315 kW di calore, il quale viene ricorcolato nei processi interni e viene sfruttato per riscaldare l’edificio interessato dall’attività. Per quanto riguarda la produttività annuale degli impianti, si raggiunge una produzione di energia di circa 2 milioni di kWh, abbastanza da soddisfare il fabbisogno di quasi 300 famiglie; tale energia viene in seguito immessa nella rete elettrica locale ed quindi soggetta a incentivi. I passi avanti, in questo settore, sono stati molteplici con conseguente crescita dell’efficienza, tanto che nell’impianto a biogas installato in Toscana si utilizzano liquame bovino prodotto in un’azienda di bovini da latte, letame di polli e la sansa di oliva derivante dai processi di produzione dell’olio d’oliva; non sono quindi affatto utilizzate materie prime ricrescenti. L’utilizzo della sansa di oliva costituisce una peculiarità dell’impianto anche in altre regioni d’Italia. Tuttavia gli impianti a biogas, grazie al loro principio di funzionamento di fermentazione a secco, possono essere utilizzati anche per il recupero di energia da substrati ricchi di strutture, quali prodotti organici parziali da materiali ricavati dalla manutenzione e conservazione comunale nonchè da rifiuti organici privati e industriali.

fonte: rinnovabili.it

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